Maddaloni Il caso fumarole, al via la mappatura dell’inquinamento

Scandalo rifiuti, tremano gli agricoltori

Nuovi accertamenti Arpac, colture a rischio. Le accuse del Pdl: scioglimento atto dovuto
8 dicembre 2009
Fonte: Il Mattino Caserta

Maddaloni: fusti tossici abbandonati nella campagne MADDALONI. Come prima, peggio di prima. A Maddaloni, torna d'attualità un'emergenza ambientale dimenticata. Ieri le polemiche erano monopolizzate dal rischio diossina. Oggi riaffiora il problema, mai risolto, dell'occultamento e della autocombustione dei rifiuti. E appena i fusti contenenti rifiuti, nascosti nella Masseria Monti, hanno ricominciato a fumare si è concretizzata l'urgenza scientifica (avanzata dall'Arpac e dal Dipartimento di prevenzione dell'Asl distretto 13) della verifica del grado di contaminazione sui terreni agricoli ubicati nel triangolo ex-statale 265, variante Anas Maddaloni-Capua, San Marco Evangelista. Le analisi Arpac L'Arpac intanto raccomanda la chiusura delle fumarole per limitare le immissioni in atmosfera dei gas caustici. Ma serve una campagna di campionamento areale diffusa per mappare il grado potenziale di inquinamento sulle matrici ambientali (aria, acqua e suolo). Tradotto significa che i raccolti agricoli, entro un raggio di oltre un chilometro, sono a rischio potenziale. E sul caso Masseria Monti, esplode la protesta (questa volta documentata) degli imprenditori zootecnici e degli agricoltori. «Basta - spiega Giuseppe Riccio, allevatore ed ex presidente dell'Osservatorio provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza - con la tecnica di circoscrivere i rischi a zone ristrette. Non serve. Oggi, sta emergendo lentamente ciò che denunciamo da 10 anni. Oltre alla Masseria Monti, sono noti alla magistratura altri 11 siti sul territorio contenenti fusti occultati». L’appello per gli agricoltori Cimiteri dei veleni distribuiti in aree ad intensa vocazione agricola. «Come per il caso diossina - spiega Lino Martone della Cicc (confederazione italiana agricoltori campani) - il costo dell'aggressione ambientale non deve essere scaricato sugli agricoltori». E poiché, sul caso Masseria Monti è stato convocato un tavolo istituzionale sulla crisi ambientale in atto, la Cicc chiede che la verifica sui rischi sia estesa a tutte le aree di crisi. Le bombe ecologiche vanno disinnescate. Non è un invito ma un obbligo di legge. Brandendo il DM 471/99, che impone inequivocabili procedure di messa in sicurezza dei siti inquinati, Martone rivendica «un'azione di tutela per le aziende che sono costrette ad operare nella incertezza ambientale con gravi ricadute produttive». Non solo fusti sepolti, ma monitorare i pericoli collegati alle discariche abusive aperte in questi anni. E proprio sull'abbandono recente di rifiuti speciali e ingombranti, nonché sull'inerzia della rimozione dei rifiuti pure nelle aree periferiche, domani il sindaco Farina dovrà fornire spiegazioni convincenti nell'audizione che sosterrà presso la commissione parlamentare sui rifiuti. Viste le accuse di Bertolaso, il Popolo delle Libertà boccia in anticipo la linea difensiva preparata dal sindaco. «Emergenza da record» «Dati alla mano - spiega Giuseppe Siconolfi - l'emergenza acuta nella rimozione rifiuti, a Maddaloni, è durata fino allo scorso mese di ottobre. Un record imbarazzante». Il Pdl quindi presenta una documentazione cronologica completa sullo stato carente della raccolta di rifiuti negli ultimi quattro anni. E contro i numeri, non c'è difesa che tenga. «Questa amministrazione - aggiunge - riconosce le sue colpe se si nasconde dietro le inefficienze nel servizio affidato alla Jacta, quando riconosce l'assenza di atti contro l'inesistente raccolta differenziata (lontanissima dal 25 per cento auspicato e mai superiore al cinque per cento), l'inefficiente rimozione dei rifiuti (commissariata per ben tre volte con intervento dell'Asia), l'inesistente pulizia delle periferie, la totale mancanza di azioni di bonifica e di salvaguardia dell'igiene urbana». Riconosciute le carenze, lo scioglimento della giunta è «un atto dovuto anche per l'inosservanza delle diffide emesse della struttura commissariale». Il tutto aggravato dal crack finanziario nella gestione dell'igiene urbana che ha imposto l'aumento della Tarsu, quest'anno pagata per ben due volte dai cittadini.

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