Rifiuti, raccolta farsa: periferie assediate

Non solo ingombranti, nelle strade aumentano i sacchetti abbandonati. L’Asìa sotto accusa
7 dicembre 2009 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Non solo ingombranti: in molti punti della città i cumuli di rifiuti indifferenziati, quindi i sacchetti, sono abbandonati in strada da almeno un paio di giorni, segno che la raccolta in qualche modo è rallentata, non procede al cento per cento. In Asìa ricordano che siamo nel periodo natalizio nel quale si produce più spazzatura. Singolare giustificazione visto che è ampiamente programmabile questo tipo di evento. E ancora: come accade sempre nelle giornate festive (nonostante l’arrivo dei turisti) le strade non vengono spazzate, tranne quelle ritenute «vetrina» della città. Insomma giusto per salvare la faccia. Più di 2200 addetti, oltre 200 milioni di euro movimentati, questo il mostruoso costo di Asìa; eppure non si riesce a ramazzare e raccogliere i rifiuti in maniera che Napoli non presenti sempre un volto degradato. Nelle migliore delle ipotesi la città viene pulita a macchia di leopardo. Gli avvisi del sottosegretariato ai rifiuti sulle inadempienze del Comune nel fare fronte all’emergenza rifiuti - nella sostanza - sono sempre più concreti. Le foto - scattate nella mattinata - mostrano plasticamente lo stato in cui versano alcuni quartieri. Ieri a essere bersagliata è stata la zona occidentale: da Cavalleggeri a Fuorigrotta passando per Bagnoli e naturalmente Pianura. Dove ci si è opposti alla riapertura della discarica ma dove le strade sono sempre sporche. Ieri nell’area occidentale insisteva alla Mostra d’Oltremare la fiera del cioccolato, la partita di calcio del Napoli, Edenlandia era aperta per non parlare dei negozi e dello zoo. Tutti attrattori fenomenali. Strade gremite di napoletani e turisti che hanno fatto lo slalom tra i rifiuti. Scena più o meno simile ai Quartieri Spagnoli. Tutti sapevano che il digitale terrestre avrebbe lasciato in eredità televisori abbandonati, nessuno ha pensato di predisporre un piano speciale per evitare l’effetto-discarica. Laddove non ci sono i televisori abbandonati, restano decine e decine di strade e vicoletti senza il servizio dello spazzamento. Non ci sono i soldi per lo straordinario, la giustificazione di Asìa e del Comune. Il mistero resta perché è presumubile che i costi di questa particolare voce dello stipendio degli operatori Asìa non sia tanto alta da non essere gestibile dal management. E poi c’è la questione della Tarsu - la tassa che si paga per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti - aumentata del 60 per cento che ha permesso al Comune di introitare oltre 70 milioni cash, con il plauso delle agenzie di rating. Il Comune ne restituirà solo 6,5 per le fasce bisognose, in cassa resta una somma di danaro ingente che dovrebbe essere sufficiente a garantire il servizio. Almeno il minimo indispensabile come lo spazzamento quotidiano delle strade. Molti i nodi da sciogliere per evitare la tagliola della richiesta di scioglimento. Rimettere in sesto l’Asìa è la priorità, anche alla luce del fatto che a fine anno terminerà la fase emergenziale e toccherà al Comune gestire l’intero ciclo dei rifiuti. I vertici dell’azienda sono a fine mandato, il presidente Pasquale Losa da tempo ha fatto sapere che non intende avere proroghe, bisognerà mettere mano ai tanti curriculum sul tavolo del sindaco per immettere in Asìa un manager in grado di dare la scossa all’esercito di operatori dell’azienda.

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