La Corte Costituzionale boccia la disposizione di Santa Lucia

La Consulta riapre la questione rifiuti

Alla Regione la regia nella gestione del ciclo integrato. Gambacorta: non cambia niente
6 dicembre 2009 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Caserta

Le competenze diventano provinciali, la regia resta regionale. Una sentenza della Corte Costituzionale pone una serie di paletti al percorso verso l’affidamento alle amministrazioni provinciali della gestione integrata dei rifiuti. La Consulta ha accolto il ricorso del consiglio dei ministri che aveva chiesto di dichiarare l’illegittimità di alcuni punti della legge regionale 4 del 2008 che stabilisce modifiche alle «Norme in materia di gestione, trasformazione, riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati». Nessuno stravolgimento della strada intrapresa, ma la definizione di una serie di importanti questioni che consentono di fare chiarezza nell’ambito del trasferimento della gestione alle amministrazioni provinciali. In primis, il capitolo sull’affidamento del servizio. «La decisione della Consulta - evidenzia l’assessore provinciale all’Ambiente, Domenico Gambacorta - è ininfluente rispetto all’affidamento in house della gestione del ciclo integrale dei rifiuti, che non viene in alcun modo messa in discussione. Per questo l’amministrazione provinciale prosegue lungo la strada intrapresa: sarà una società interamente pubblica a gestire il servizio di raccolta e smaltimento e l’impiantistica presente sul territorio irpino». La consulta, infatti, dichiara illegittima la lettera «m» del comma 1 dell’articolo 1, attraverso la quale è stabilito che «la Provincia affida il servizio di gestione integrata dei rifiuti, nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale e regionale sull’evidenza pubblica mediante la costituzione di soggetti a totale o prevalente capitale pubblico». La norma, tra l’altro già superata dalla legislazione successiva, in particolare dall’ormai noto articolo 15 del Decreto Legge 135, trasformato nella Legge 166, ribadisce la necessità di aprire la gestione dei rifiuti anche ai privati. Fermo restando, invece, «la competenza delle Province nell’affidamento del servizio, individuata quale autorità d’ambito», la sentenza della Consulta blocca il trasferimento alle stesse «della titolarità di beni, attrezzature ed impianti inerenti il ciclo dei rifiuti». Inoltre, riaffermando che il piano regionale di gestione del ciclo integrato stabilisce anche «misure atte a promuovere la regionalizzazione della raccolta, della cernita e dello smaltimento dei rifiuti urbani», di fatto lascia una sorta di regia, intesa come coordinamento delle iniziative, nelle mani dell’ente di Palazzo Santa Lucia. L’intervento della Corte Costituzionale conferma, invece, alle Province il potere di «individuazione delle zone idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento provinciale, ove adottato, e dei criteri stabiliti dalla regione». La sentenza, dunque, non varia in maniera sostanziale il percorso avviato che dovrebbe garantire, dal prossimo gennaio, l’apertura di una nuova fase nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Avellino e, più in generale, in tutta la Campania. Il provvedimento della Corte Costituzionale non provoca scossoni al percorso avviato dall’amministrazione guidata da Cosimo Sibilia per l’affidamento in house della gestione del ciclo integrato ad una società interamente pubblica. La questione della titolarità degli impianti, messa in discussione dalla Corte Costituzionale, dovrebbe essere regolata dal prossimo provvedimento legislativo, atteso, altresì, per fare chiarezza su tutti i dettagli inerenti il passaggio di consegne alle province. Sulla stessa lunghezza dell’assessore Gambacorta anche i sindacati, dai quali arriva l’invito ad accelerare ulteriormente il percorso. «Non era pensabile - dichiara Michele Caso della Cisl - che tutto quanto realizzato nelle ultime settimane fosse vanificato da una sentenza. Nulla cambia rispetto alle scelte effettuate dall’amministrazione provinciale, ampiamente condivise con le organizzazioni di categoria. Aspettiamo l’ufficializzazione di un altro importante tassello dal punto di vista legislativo per andare spediti verso la realizzazione del nuovo soggetto di gestione dei rifiuti con tutto ciò che ne consegue». Provincia e parti sociali sono dunque pronte a difendere la scelta effettuata e proseguire in maniera celere lungo il percorso avviato, per arrivare, entro i tempi prestabiliti, all’avvio di una nuova fase per il comparto rifiuti in provincia.

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