"Commissariamento? Una barzelletta"
«Guardi: se vogliamo scherzare, facciamolo pure. Ma questa è veramente una barzelletta. E comunque, nulla ancora ci è stato notificato: se dovesse pervenire qualche contestazione sappiamo come difenderci. Ma non accetteremo soluzioni militarizzate». È tranquillo il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti. Tranquillo ma anche un po’ irritato. Parlando al telefono da Bruxelles (dove è in visita alle sedi istituzionali dell’Ue) commenta l’inclusione di Caserta in una seconda «lista nera» del commissariato di governo dove sono inseriti i comuni definiti «attenzionati» e passibili di avvio delle procedure per lo scioglimento. L’elenco comprende, oltre a Caserta e Napoli, anche Casapesenna, Villa Literno e Frignano per la provincia casertana; Afragola e Quarto per il Napoletano. «Non capisco - dice Petteruti - Vorrebbero scioglierci quando abbiamo raggiunto il 50 per cento di raccolta differenziata? Abbiamo nelle ultime settimane anche apportato alcuni correttivi alle modalità di funzionamento del servizio - spiega il sindaco - e siamo finalmente riusciti a cancellare la vergogna dei sacchetti appesi davanti alle case». Fra i successi conseguiti sul versante pulizia urbana e raccolta-smaltimento rifiuti, Petteruti ricorda anche l’istituzione delle isole ecologiche, quella di Talamonti (già in esercizio) e quella di San Benedetto che sarà operativa ai primi di gennaio. L’elenco dei comuni a rischio che include anche Caserta segue un gruppo di altri comuni - nove in tutto - per i quali il sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso ha già chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni, lo scioglimento «per gravi inadempienze». I comuni coinvolti sono sette per la provincia di Caserta (Aversa, Castelvolturno, Maddaloni, Casal di Principe, Casaluce, Trentola Ducenta e San Marcellino) e due per la provincia di Napoli (Nola e Giugliano). I sindaci di questi comuni saranno ascoltati, insieme a un rappresentante del governo, mercoledì prossimo dalla commissione bicamerale d’inchiesta sulle ecomafie, l’organismo parlamentare presieduto da Gaetano Pecorella. Fra le motivazioni addotte dalla struttura del sottosegretario Bertolaso per l’avvio dell’istruttoria sui presunti comuni inadempienti anche l’insufficiente adozione di misure contro il degrado urbano. Nell’istruttoria sono contenute foto (alcune delle quali relative agli interventi straordinari eseguiti dall’Esercito), fatture, conferimenti straordinari, interventi delle ditte commissionate e quelli della task force Genio, nel periodo compreso fra il 10 giugno del 2008 e la metà di novembre 2009. In tutto sono 176 in tutta la Campania i Comuni definiti «attenzionati» dalla struttura del sottosegretario. Nel caso di Caserta le contestazioni riguarderebbero i cumuli di immondizia non rimossi (nei mesi scorsi) lungo la panoramica che conduce a Casertavecchia e alcuni interventi «in danno» decisi dalla struttura militare di Palazzo Salerno. Fatti cui Petteruti replica seccamente: «Ma allora perché questi soggetti prima firmano i protocolli di intesa e poi non mantengono gli impegni? Noi stiamo ancora in attesa di incassare i dieci milioni di euro pattuiti per lo Uttaro - attacca Petteruti - e attendiamo ancora la bonifica dell’area. Certo - precisa il sindaco - deve essere sicuramente migliorata la qualità della differenziazione del rifiuto ma questo è un discorso che coinvolge i cittadini. Ed è chiaro che maggiore sarà la qualità del differenziato, maggiore sarà il beneficio dal punto di vista economico». L’intento, insomma, è quello di puntare a una graduale riduzione della Tarsu che a Caserta resta tra le più alte d’Italia.