Finanziaria, nuovo stop per il termovalorizzatore

8 dicembre 2009 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

La commissio­ne bilancio della Camera ha giudicato inammissibile l’emendamento presentato dal Pdl che avrebbe dovuto semplificare la procedura e accelerare il passaggio di con­segne dell’impianto di termo­valorizzazione di Acerra da Impregilo ad A2A. «L’emen­damento da me presentato», commenta il capogruppo del Pdl in commissione, il depu­tato Gioacchino Alfano, «è nato da una esigenza oggetti­va: quella di evitare che fos­sero eccessivamente prolun­gati i tempi del trasferimen­to della gestione del termova­­lorizzatore, nodo che, a quan­to mi dicono, impedirebbe di far lavorare l’impianto nel migliore dei modi. Ora, una volta giudicato inammissibi­­le, l’emendamento non sarà sottoposto al voto dell’aula. Ma tenterò di recuperarlo nel decreto milleproroghe di fine anno. Quindi, scongiure­remo ogni rischio per Acer­ra ». Dalla struttura del sotto­segretario Guido Bertolaso si affrettano a precisare che l’in­ceneritore di Acerra già at­tualmente lavora a pieno re­gime, e che quindi il passag­gio di consegne non compor­terà miglioramenti sotto il profilo tecnico.
Ma vediamo quali sono i passaggi contestati contenu­ti nel testo bocciato dalla commissione bilancio: «L’im­porto da riconoscersi al sog­getto proprietario dell’im­pianto », è scritto nel docu­mento, «è determinato appli­cando al carico termico tota­le di progetto dell’impianto il costo di investimento uni­tario per megawatt stabilito dallo studio Enea 2007 (…), aumentato del valore degli interventi migliorativi effet­tuati sull’impianto depura­zione fumi (…); l’importo co­sì determinato, rivalutato al momento del pagamento, è a valere sui ricavi per la ven­dita di energia elettrica deri­vanti dalla convenzione preli­minare stipulata con il gesto­re dei servizi elettrici GSE spa per la cessione dell’ener­gia elettrica prodotta dal ter­movalorizzatore di Acerra. Da tale importo sono dedot­te le somme comunque anti­cipate da parte della struttu­ra del sottosegretario di Sta­to all’emergenza rifiuti per la costruzione dello stesso…».
Dunque, a Impregilo, tito­lare del termovalorizzatore, dovrebbe essere accordata una percentuale sui ricavi della vendita di energia elet­trica prodotta dall’impianto a compensazione del valore dello stesso; non solo, do­vrebbero essere riconosciuti anche i costi sostenuti per i lavori di adeguamento, riva­lutati al momento del paga­mento.
Tommaso Sodano, ex pre­sidente comunista della com­missione ambiente del Sena­to e tra i più pugnaci opposi­tori del piano campano del ci­clo integrato dei rifiuti, pro­testa: «Non è corretto preve­dere un rimborso a vantag­gio di Impregilo per lavori di adeguamento che la società avrebbe dovuto già realizza­re in forza di obblighi con­trattuali. Nessuno deve di­menticare », aggiunge, «che è proprio a causa di queste inadempienze che è stato de­ciso di rescindere il contrat­to con la società. Tra l’altro, in commissione bilancio del­la Camera si sarebbe portato un documento che fa esplici­to riferimento ad una mate­ria attualmente oggetto di va­lutazione processuale da par­te della magistratura. Ora che l’emendamento è stato bocciato sarà recuperato con il decreto milleproroghe: si­gnifica che non ci sarà un esborso immediato da parte dello Stato, ma la ricompen­sa ad Impregilo avverrà nel futuro, diventando una enor­me cambiale da far pesare su tutti i cittadini».

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