Finanziaria, nuovo stop per il termovalorizzatore
La commissione bilancio della Camera ha giudicato inammissibile l’emendamento presentato dal Pdl che avrebbe dovuto semplificare la procedura e accelerare il passaggio di consegne dell’impianto di termovalorizzazione di Acerra da Impregilo ad A2A. «L’emendamento da me presentato», commenta il capogruppo del Pdl in commissione, il deputato Gioacchino Alfano, «è nato da una esigenza oggettiva: quella di evitare che fossero eccessivamente prolungati i tempi del trasferimento della gestione del termovalorizzatore, nodo che, a quanto mi dicono, impedirebbe di far lavorare l’impianto nel migliore dei modi. Ora, una volta giudicato inammissibile, l’emendamento non sarà sottoposto al voto dell’aula. Ma tenterò di recuperarlo nel decreto milleproroghe di fine anno. Quindi, scongiureremo ogni rischio per Acerra ». Dalla struttura del sottosegretario Guido Bertolaso si affrettano a precisare che l’inceneritore di Acerra già attualmente lavora a pieno regime, e che quindi il passaggio di consegne non comporterà miglioramenti sotto il profilo tecnico.
Ma vediamo quali sono i passaggi contestati contenuti nel testo bocciato dalla commissione bilancio: «L’importo da riconoscersi al soggetto proprietario dell’impianto », è scritto nel documento, «è determinato applicando al carico termico totale di progetto dell’impianto il costo di investimento unitario per megawatt stabilito dallo studio Enea 2007 (…), aumentato del valore degli interventi migliorativi effettuati sull’impianto depurazione fumi (…); l’importo così determinato, rivalutato al momento del pagamento, è a valere sui ricavi per la vendita di energia elettrica derivanti dalla convenzione preliminare stipulata con il gestore dei servizi elettrici GSE spa per la cessione dell’energia elettrica prodotta dal termovalorizzatore di Acerra. Da tale importo sono dedotte le somme comunque anticipate da parte della struttura del sottosegretario di Stato all’emergenza rifiuti per la costruzione dello stesso…».
Dunque, a Impregilo, titolare del termovalorizzatore, dovrebbe essere accordata una percentuale sui ricavi della vendita di energia elettrica prodotta dall’impianto a compensazione del valore dello stesso; non solo, dovrebbero essere riconosciuti anche i costi sostenuti per i lavori di adeguamento, rivalutati al momento del pagamento.
Tommaso Sodano, ex presidente comunista della commissione ambiente del Senato e tra i più pugnaci oppositori del piano campano del ciclo integrato dei rifiuti, protesta: «Non è corretto prevedere un rimborso a vantaggio di Impregilo per lavori di adeguamento che la società avrebbe dovuto già realizzare in forza di obblighi contrattuali. Nessuno deve dimenticare », aggiunge, «che è proprio a causa di queste inadempienze che è stato deciso di rescindere il contratto con la società. Tra l’altro, in commissione bilancio della Camera si sarebbe portato un documento che fa esplicito riferimento ad una materia attualmente oggetto di valutazione processuale da parte della magistratura. Ora che l’emendamento è stato bocciato sarà recuperato con il decreto milleproroghe: significa che non ci sarà un esborso immediato da parte dello Stato, ma la ricompensa ad Impregilo avverrà nel futuro, diventando una enorme cambiale da far pesare su tutti i cittadini».