Discarica sul Vesuvio, stop alle strade
«Come porteranno ora i rifiuti nella discarica? Useranno l'elicottero?»: si affida all'ironia il presidente del Parco nazionale del Vesuvio Ugo Leone per commentare la sentenza del Tar del Lazio, depositata ieri mattina, che accoglie il ricorso dell'Ente e della Legambiente Campania contro la decisione del Governo di costruire nuove strade di accesso all'invaso di Terzigno, in località Pozzelle e a quello attiguo della cava Vitiello, che attende ancora di essere aperto. Il ricorso, in particolare, verteva contro la conferenza dei servizi con la quale il commissariato di governo per l'emergenza rifiuti approvava il progetto di viabilità esterna alla discarica. «Vere e proprie autostrade tra i vigneti del Lacryma Christi», le definisce Pasquale Raia, responsabile regionale delle aree protette per Legambiente. «Ma per realizzare nuove strade nell'area protetta - ragione Leone - il parere del Parco è vincolante. Ecco perché ci siamo opposti. Abbiamo fatto quello che era in nostro potere per bloccare o almeno rallentare l'attività della discarica». I giudici del Tar Giorgio Giovannini (presidente del collegio), Roberto Politi e Silvia Martino hanno rilevato che «il ricorso presenta profili di fondatezza, segnatamente nella parte in cui non risulta esaminata (…) la relazione di aggiornamento della valutazione di incidenza ambientale». La sentenza, ovviamente, non entra nel merito, per discutere il quale è stata fissata un'udienza il 10 febbraio, ma valuta soltanto la procedura che ha portato al progetto di realizzazione di nuove arterie. La sentenza, comunque, di fatto ferma i lavori per l'allargamento delle strade che conducono alla discarica. Allo stato attuale, infatti, le vie di collegamento al sito sono poco più che carraie di campagna. I camion e gli scarrabili di buona parte dei comuni della provincia sono costretti a percorsi tortuosi e a molti disagi. Per questo il commissariato aveva deciso di edificare nuove arterie, sul perimetro di quelle già esistenti. La sentenza del Tar, dunque, non ferma del tutto l'attività della discarica ma comunque la rallenta. Ora potrebbero esserci anche conseguenze sul calendario di conferimento dell'immondizia. Secondo il presidente del Parco Vesuvio, l'accoglimento del ricorso è «un segnale»: «Abbiamo dimostrato la nostra attenzione al territorio della riserva naturale. Il Parco ha dovuto subire la discarica, ma quando ha potuto agire, come in questo caso, ha sempre ribadito il suo dissenso». Leone si augura anche che il pronunciamento del tribunale amministrativo rallenti l'iter per l'apertura del secondo invaso, quello della cava Vitiello: «Si tratta di due siti vicini. Se ci sono problemi per far arrivare i camion alla prima discarica a maggior ragione ce ne saranno per la seconda».