«Il no del Prusst evitò l’impianto dell’ Ansaldo»
La centrale Ansaldo non fu realizzata perché lo studio effettuato dal Prusst dimostrò che i venti avrebbero spinto polveri inquinanti sulla città. E, questo, sia che fosse stata localizzata a contrada Roseto che a contrada Saglieta, laddove oggi la Luminosa vorrebbe realizzare il suo impianto a turbogas. È Nicola Boccalone, consigliere comunale e coordinatore cittadino del Pdl, a fare il punto e, sopratutto, a replicare a Nunzia De Girolamo, anche con un pizzico di ironia («Quando la memoria è troppo giovane è come se non ci fosse e a volte può ingannare»). Boccalone dice di voler evitare pericolosi travisamenti ed equivoci. La vicenda della "Luminosa" è uno di questi casi. «La questione merita la massima attenzione della politica perché in gioco c'è la salute dei cittadini di Benevento. Le dichiarazioni di De Girolamo, che denotano scarsa conoscenza delle vicende del Prusst, delle posizioni espresse dai rappresentanti istituzionali e la inusuale richiesta avanzata dalla stessa Luminosa di interloquire con le istituzioni locali, meritano un approfondimento per debellare lo scrupolo di non essere stati chiari sulle vicende del passato». Non v'è dubbio, rimarca l’ex city manager, che il Prusst ha avuto modo, tra l'altro, di approfondire gli effetti connessi alla realizzazione di una centrale a turbogas. Al Prusst fu commissionato, da parte di società di livello internazionale, lo studio di fattibilità che si concluse negativamente per ragioni di ordine tecnico, poiché fu dimostrato che i venti avrebbero spinto polveri inquinanti sulla città. «Questo si sarebbe verificato in ogni caso sia che la realizzazione fosse avvenuta a contrada Roseto che a contrada Saglieta (dove vorrebbe la Luminosa). L'incontrovertibilità del risultato inibì l'iniziativa». Si trattò, ricorda ancora Boccalone, di una dimostrazione di governo dei processi e del territorio, che evitò di subire passivamente scelte calate dall'alto attraverso proprio lo studio effettuato dal Prusst. L'intero percorso di studio si concluse con un atto che fu sottoscritto nel mese di aprile 2001 da D'Alessandro in versione pro-sindaco e consegnato alla società che preventivamente aveva commissionato lo studio. «Altri tempi, altra politica! Le posizioni nette, chiare ed inequivocabili assunte sul punto dal sottosegretario Viespoli e da Boffa sono tali forse perché non hanno pericolosi vuoti di memoria da colmare. Su queste posizioni si è espresso anche il gruppo Pdl al Comune e la discussione in consiglio si è conclusa con un preciso ed unanime deliberato di "contrarietà" a questa iniziativa. Gli investimenti fatti e quelli in corso da parte della Luminosa potrebbero essere il motivo per cui la società spinge ad avere contatti con le rappresentanze istituzionali le quali, proprio perché conoscono la storia della vicenda, sembrano mostrare l'interesse che merita, ovvero "indifferenza alla richiesta e contrarietà alla iniziativa". Chi invece si pone in maniera diversa potrebbe anche essere "sponsor" di una iniziativa che oltre a spargere polveri porta interessi e denari che potrebbero inquinare ancor di più l'ambiente. Certe frequentazioni vanno evitate e chiarite alcune presenze nei giorni di festa. In ogni caso, quelli che hanno storia e memoria devono tutti insieme reagire per evitare che questo territorio sia massacrato da punto di vista ambientale da una iniziativa che si aggiunge a quelle passate di Piano Borea, Casalduni, Tre Ponti e S. Arcangelo Trimonte. La salute vale più di qualunque generoso sponsor».