Maddaloni Negata la certificazione ambientale

Fermate la centrale Turbogas

Comune, Provincia e Regione dicono no al rilascio dell'autorizzazione
4 dicembre 2009 - Giuseppe Miretto
Fonte: Il Mattino Caserta

MADDALON. La centrale Turbogas di Maddaloni è un ferro vecchio: non va potenziata ma va addirittura fermata. È questa in estrema sintesi la clamorosa posizione unitaria del Comune di Maddaloni, della Regione Campania e la Provincia di Caserta che hanno espresso parere negativo al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA). Procedura, avviata presso il ministero dell'Ambiente, necessaria per mantenere in esercizio dell'impianto di Maddaloni che pertanto deve essere necessariamente adeguato alle severe normative di idoneità tecnica (contenute le decreto legislativo 18 febbraio 2005). E in più, Enel Produzione recepirebbe tutte le direttive comunitarie in materia di prevenzione e riduzione integrale dell'inquinamento (Ippc). Il fallimento E invece, dopo 30 anni di polemiche di scontri, Enel produzione fallisce la riconciliazione con il territorio. «Ma quale riconciliazione - sbotta il sindaco Michele Farina - siamo stati messi davanti al fatto compiuto. Denuncio pubblicamente il tentativo sventato di penalizzare il territorio; stigmatizzo che siamo stati avvertiti in ritardo e che in poche ore abbiamo dovuto rispondere all'interpellanza ministeriale che prevedeva addirittura il silenzio assenso». «L'Aia - precisa l'assessore all'Ambiente Salvatore Liccardo - non prevede affatto l'adeguamento del vecchio impianto». Quello attuale (formato da quattro gruppi di 88 megawatt e riconvertito da olio combustibile a metano) è stato chiamato in esercizio nel 2003, dal Piano Scarioni per far fronte al «rischio blackout e alle punte di consumo estivo». Poche ore di utilizzo all'anno. «Invece - precisa Liccardo - il nuovo piano prevede di portare a 500 ore l'utilizzo di ciascun gruppo». Così, la Turbogas di Maddaloni, da impianto di riserva, sarebbe promossa a centrale di media potenza. Una scelta obbligata. «Anche perché - precisa Liccardo - in sede ministeriale è stato ufficialmente riconosciuto che l'adeguamento dell'impianto alle nuove normative è antieconomico». Il potenziamento Da qui, la scelta obbligata del potenziamento. «Tra l'altro - aggiunge il sindaco - non è chiaro perché mai, nel mutato panorama energetico regionale, sia necessario elevare al rango di impianto di punta per la sicurezza del sistema elettrico nazionale un impianto vetusto dopo la sopraggiunta centrale di Sparanise, la costruzione del termovalorizzatore e l'attivazione dell'elettrodotto Matera-Santa Sofia». E per la prima volta, Maddaloni presenta delle obiezioni motivate alla nuova Turbogas. Regione, Comune e Provincia ritengono il potenziamento «incompatibile con il Piano della qualità dell'aria». «Una Turbogas di media o alta potenza - dice apertamente Carlo Scalera, coordinatore dei Verdi - crea problemi di emissione di particolato sottile (PM10, filtrabile e condensabile) contenete in tracce microinquinanti quali formaldeide e metalli pesanti». Comunque, senza il potenziamento, la Turbogas (nonostante il Piano Scarioni) dovrebbe cessare di esistere. «L'impianto -rivela Liccardo- non aggiornato, non è conforme ai criteri Bat per l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per la prevenzione e il controllo dell'inquinamento». Alla fine, l'ultima parola insindacabile spetta la Ministero dell'Ambiente chiamato a decidere se la Turbogas di Maddaloni è comunque un impianto strategico.

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