Il dossier Da sciogliere il nodo Tarsu

A luglio erano 12 i comuni nella black list

Nella relazione i costi della crisi: 360 milioni solo nell'ultima fase
4 dicembre 2009 - lor.ca.
Fonte: Il Mattino Caserta

«I provvedimenti fanno seguito alle numerose diffide formulate e rimaste senza esito, nei confronti dei nove comuni, ai quali la normativa attribuisce gli interventi di rimozione e avvio a smaltimento dei rifiuti abbandonati al fine di scongiurare situazioni di degrado e pericolo nel territorio comunale di pertinenza». A luglio scorso Bertolaso aveva parlato di 12-13 comuni a rischio scioglimento poi, ieri pomeriggio, la proposta è arrivata solo per nove centri. Tutti convocati il primo agosto scorso a palazzo Salerno per far capire che senza un cambio di rotta sarebbe arrivato il provvedimento previsto dal decreto legge (il 172) approvato nel primo consiglio dei ministri, a Napoli nel maggio 2008, del governo Berlusconi. Un punto d’onore per Bertolaso che anche ieri ha fatto notare il lavoro svolto dall’esecutivo per far uscire la Campania dall’emergenza. «Abbiamo reso possibile l’apertura delle discariche e del termovalorizzatore di Acerra, che funziona a pieno ritmo nel rispetto della normativa ambientale europea, garantendo - fa notare Bertolaso - lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Campania e assicurando quel ciclo integrato dei rifiuti che presuppone anche un ruolo attivo da parte degli enti locali. Stupisce che, ancora una volta, si attribuisca all’attuale governo la responsabilità della norma che prevede l’obbligo della copertura integrale dei costi di gestione dei rifiuti mediante la Tarsu per tutti i comuni campani». Secondo la struttura del sottosegretario per l’emergenza rifiuti «l’introduzione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, infatti, come già da più parti ricordato, è prevista dall’articolo 7 del Decreto Legge 61/2007, emanato dal governo precedente. È altrettanto singolare - si aggiunge - dover rilevare la pretesa che, nonostante si sia oramai a pochi giorni dalla definitiva chiusura dello stato d’emergenza, ciò che è valido per tutti i Comuni d’Italia non debba esserlo, per esempio, per il Comune di Napoli». Lo scorso 18 novembre, durante un sopralluogo nel Napoletano e nel Casertano, lo stesso Bertolaso era stato chiaro: «C’è ancora immondizia nelle strade. Il problema non riguarda gli impianti e le discariche, riguarda chi ha il compito di raccoglierla e toglierla dalle strade». Chiaro, ma non tenero. Specialmente sui dati (quelli ufficiali) relativi alla raccolta differenziata. E le diffide ai Comuni inadempienti restano ancora nero su bianco. A fare da contraltare anche i costi della gestione commissariale: 11 commissari, 7 decreti legge, 128 ordinanze della protezione civile, una media di raccolta differenziata che non va oltre il 17 per cento rispetto al 25 programmato, un costo di almeno 360 milioni di euro solo per l’ultima fase.

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