Maddaloni Dura presa di posizione

"La centrale non sarà ampliata"

Il sindaco Farina si oppone al progetto sull'impianto a turbogas
2 dicembre 2009 - Giuseppe Miretto
Fonte: Il Mattino Caserta

Maddaloni. Porte chiuse ad Enel-produzione e pure a Terna. Maddaloni non è più disponibile ad accogliere nuovi impianti a supporto della produzione nazionale di energia elettrica. Il Comune si oppone «al progetto e a tutte le ipotesi alternative riguardanti l'ampliamento e il potenziamento della locale centrale Turbogas». Di più. «Attualmente, non esiste - incalza il sindaco Michele Farina - nemmeno la disponibilità ad ascoltare progetti che possano solo prospettare il potenziamento dell'attuale impianto». Una posizione non negoziabile. E oggi, presso il Ministero dell'Ambiente (dove saranno ascoltati i territori interessati dai progetti di potenziamento) l'assessore Salvatore Liccardo declinerà tutte le «ragioni di un'opposizione incondizionata». «Il nostro - esordisce - è un no politico. Pertanto non siamo interessati a discutere, non siamo disponibili a entrare nel merito delle questioni e non vogliamo vedere nemmeno i progetti. Siamo contrari semplicemente perché abbiamo già dato, e molto». Contrari perché «Maddaloni già ospita impianti a supporto del fabbisogno nazionale». Il riferimento è al contestatissimo superelettrodotto Matera-Santa Sofia che con le sue servitù, le linee aeree da 380 mila volts e la centrale terminale giganteggia sulla periferia sud. Vicenda che ha avvelenato i rapporti, anche in sede giudiziaria, tra Terna e il territorio. Contrari perché «Maddaloni di fatto ospita anche il termovalorizzatore (impianto destinato a produrre energia elettrica dai rifiuti), costruito a poche centinaia di metri dal confine comunale. Contrari infine perché da «30 anni ospita la Turbogas». Oggi, l'impianto di via Ficucella, destinato alla ristrutturazione e all'ampliamento, è un ferro vecchio richiamato in servizio ma solo per fronteggiare il «rischio black-out estivo». Grazie al «Piano Scaroni» (produzione di energia elettrica di riserva contro le emergenze) i quattro «Gruppi di produzione, da 88 megawatt cadauno, della Centrale Turbogas di Maddaloni» sono stati rimessi in funzione. Scomparsi i serbatoi di olio combustibile, Enel Produzione alimenta l'impianto esclusivamente a metano. È una centrale a potenza ridotta, che funziona a ciclo semplice e non combinato. E su richiesta originaria dell'ex-Gestore della Rete Nazionale (GNRT) è concepito per funzionare a tempo limitato: tarda primavera e estate. Non potrebbe essere altrimenti perché portare l'impianto attiguo all'A30, a pieno regime, è oggettivamente troppo costoso. Da qui, l'idea-progetto di un ampliamento che scatena una reazione virulenta. «Se è certificato che l'impianto attuale - commenta Carlo Scalera, coordinatore cittadino dei Verdi - è dal punto di vista ambientale innocuo, questo non va affatto potenziato. Tanto che proprio Enel Produzione ha sempre rassicurato che Turbogas di Maddaloni, è ben lontana dagli standard produttivi della centrali di media-potenza». Quindi ben lontana dalle temute «emissioni di polveri ed altri inquinanti» riconducibili all'impiego di centrali Turbogas. Alle vigilia di un lungo semestre elettorale, il caso-Turbogas accende gli animi. E riemerge il conflitto perenne tra il territorio e l'amministrazione regionale. «Vigileremo - dice Antonio Cuomo, presidente del Comitato per la Vivibilità - affinché la Regione Campania imponga, anche a Maddaloni, il piano regionale di risanamento ambientale sui vecchi siti produttivi».

Powered by PhPeace 2.7.16