Il professore Francesco De Stefano: «solo il 4 per cento del territorio campano è inquinato»

Addio Mazzoni, l'esodo delle bufale

Le aziende: meglio trasferire i capi nell’Alto Casertano
19 marzo 2008 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Il professore Francesco De Stefano, della facoltà di Scienze agrarie di Portici, spiega che «non più del 4 per cento del territorio agricolo regionale, e solo una parte di esso in siti puntuali, è interessato da problemi di inquinamento ambientale e da contaminanti pericolosi per la salute come la diossina». Resta, tuttavia, l’amara verità che si tratti di quella porzione di territorio nella quale si produce la stragrande maggioranza della mozzarella di bufala campana. Anzi, la consapevolezza degli allevatori è tale che qualcuno di essi ha già pensato di delocalizzare, «alla ricerca- riferiscono - di aree più sicure, come quelle dell’alto Casertano». Insomma, il trasferimento delle aziende bufaline potrebbe divenire un vero e proprio esodo. Con il risultato prevedibile di cancellare per sempre l’antica tradizione della produzione di mozzarella nelle terre dei Mazzoni, a ridosso dell’ultimo tratto del Volturno. «Certo - interviene Antonio Guarnieri, veterinario del dipartimento di prevenzione dell’Asl Caserta 1 - dall’alto Casertano, dove c’è anche lo stabilimento Parmalat, non riceviamo segnali di incertezza o di allarme. Ma attenzione, si sa che in alcuni punti vi è presenza di diossina fuori norma perché abbiamo il bestiame che, ormai, funziona da sentinella. Non dimentichiamo che dal rapporto del giugno 2007 venne fuori che tra i siti più inquinati della Campania figuravano i giardini di via Acton a Napoli. Se ci fosse un allevamento di bufale al Molosiglio sarebbe, quasi sicuramente, anch’esso inquinato da diossina ». Insomma, il rischio potrebbe estendersi. «Abbiamo diviso la Campania in quadranti di 10 chilometri quadrati - afferma Paolo Sarnelli, responsabile del servizio veterinario della Regione Campania - e stiamo controllando le aziende per avere un quadro generale e individuare la matrice biologica, giacché il dato sull’ambiente ci è stato fornito dall’Apat e ha accertato che il tasso di diossina è nella media europea. Ora, rispetto al 2003, non possiamo contare sulle risorse Ue e sugli indennizzi. Tuttavia, contiamo di ottenere riscontri di esame in modo rapido grazie ai tre laboratori di Brescia, Teramo e Roma che lavorano solo per noi». L’assessore regionale all’agricoltura, Andrea Cozzolino, ha lanciato un patto in cinque punti e una mobilitazione di tutta la filiera agroalimentare «per affrontare la crisi e difendere l’economia agricola di qualità». Il patto farebbe leva, tra gli altri punti, sugli incentivi previsti dalla legge regionale («di cui sono pronti i disciplinari ed entro un mese i primi bandi»)e sull’«abbassamento della pressione fiscale per le aziende agroalimentari colpite dalla crisi e che investono o hanno investito sull’ innovazione», oltre che sulle bonifiche «delle marginali porzioni di territorio in cui per decenni si sono sversati rifiuti legali e illegali».

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