La polemica sui servizi

Ciclo rifiuti, nuovo attacco degli industriali

Il direttore di Assoambiente "L'esclusione dei privati è contro le norme europee"
1 dicembre 2009 - Michele De Leo
Fonte: Il mattino Avellino

Non si placa la polemica sul mancato coinvolgimento dei privati nel nuovo soggetto gestore provinciale del ciclo integrato dei rifiuti. Anzi, la discussione arriva sui tavoli nazionali. Al fianco del presidente dell'unione degli industriali di Avellino Silvio Sarno - che aveva polemizzato con il numero uno di palazzo Caracciolo, Cosimo Sibilia, e con l'assessore all'ambiente Domenico Gambacorta, definendo la decisione del Consiglio Provinciale «un reato perché va contro legge» - si schiera Paolo Cesco, direttore nazionale di Assoambiente che, all'interno di Fise (Federazione imprese di servizi), rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese che gestiscono servizi ambientali. «È una scelta che mi sorprende - spiega Cesco - soprattutto in riferimento alla normativa vigente che, in attuazione agli orientamenti comunitari, apre di fatto i servizi al mercato. Inoltre, il testo unico ambientale fa precisa distinzione tra soggetto regolatore e soggetto gestore. Il soggetto amministrativo d'ambito (consorzio di comuni) che dovrebbe affidare il servizio attraverso una gara, diventa, in questo caso, anche gestore e, dunque, controllore controllato. Per questo, la posizione del presidente Sarno non è solo da condividere, ma da sottoscrivere». Il direttore di Assoambiente respinge con fermezza le spiegazioni di possibili infiltrazioni malavitose nella gestione dei servizi. «Non può bastare la paura di questo rischio - continua Cesco - per giustificare un ulteriore allargamento delle società pubbliche dove, tra l'altro, si annidano eccessive criticità. Non si può, anche in zone delicate, statalizzare tutto partendo dal presupposto che privato uguale mafia. È un’uguaglianza che non possiamo assolutamente accettare. Non credo, inoltre, che tutti gli imprenditori siano malavitosi. Di più, noi siamo i primi ad essere lesi dalla presenza di soggetti che non operano nel rispetto delle regole: una doppia penalizzazione esasperante per chi ha intrapreso correttamente un'attività nel settore. Come pure rifiuta le equivalenze tra presenza dei privati, aumento dei costi e mancate garanzie per i lavoratori. «Il problema costi - aggiunge - viene superato dal confronto in gara se regolato adeguatamente. Sottolinearlo è fuorviante, soprattutto in considerazione delle inefficienze e dei costi spesso evidenziati, anche recentemente, in varie strutture pubbliche. Quanto ai dipendenti, invece, i contratti pubblico e privato sono molto simili ed entrambi sottoscritti dal sindacato». Il direttore di Assoambiente scende, poi, nello specifico della normativa - l'articolo 15 del decreto legge 135, convertito nella legge 166 - non mancando di evidenziare le pressioni dell'associazione che dirige. «Stiamo insistendo da tempo - dichiara ancora Cesco - sulla qualificazione e industrializzazione delle attività oltre all'apertura del mercato. Abbiamo denunciato per anni una continua erosione del mercato ai privati, tanto che l'autorità di vigilanza ha avviato un'indagine. La norma è stata redatta esclusivamente per garantire il mercato e quindi l'utente - cittadino e non certo gli imprenditori. L'affidamento in house, modello che vorrebbe attuare la provincia di Avellino, può essere concesso, invece, solo per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche non permettono un efficace e utile ricorso al mercato. Inoltre, l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola opportunamente, e chiedere a riguardo un parere preventivo all'Autorità garante della concorrenza e del mercato». Da Assoambiente arriva, dunque, un invito a rivedere il percorso intrapreso ed a coinvolgere gli imprenditori nella partita per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia. «Il riferimento normativo - conclude Cesco - segue un orientamento comunitario chiaro che vuole aprire al mercato con lo scopo primario e principale di garantire un servizio efficiente a costi corretti per l'utenza». Fin qui Cesco, resta per ora ben salda la posizione della Provincia che, come aveva sottolineato Sibilia, è «la decisione recepita dall’intero Parlamentino», sulla scia di quanto posto analogamente in essere a Benevento,Caserta (dove c’è il commissario prefettizio) e Salerno.

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