Cosentino, il gip non revoca l'arresto

Respinta la richiesta dei difensori: «Immutata l’influenza sul territorio». E spuntano nuove accuse
1 dicembre 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Il giudice dice no alla revoca degli arresti per Nicola Cosentino. Due settimane dopo la firma del provvedimento cautelare a carico del sottosegretario all’Economia, il gip Raffaele Piccirillo non ha mutato le proprie convinzioni: dice no alla richiesta di revoca degli arresti, che era stata inoltrata alla sua cancelleria dai difensori del parlamentare, ritenendo immutate le esigenze cautelari a carico di Cosentino. Un rigetto che fa leva sul parere negativo della Procura di Napoli, che ha svolto in questi giorni un seguito di indagine sui presunti rapporti tra il coordinatore del Pdl in Campania e il cartello dei casalesi. A leggere il parere dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, c’è dunque un seguito investigativo che batte ancora sul consorzio Eco4, sulla gestione di investimenti e manodopera per la riqualificazione di un’ampia fetta di territorio casertano in piena emergenza rifiuti. Tra gli atti allegati nel parere della Procura, anche un recente interrogatorio di Luigi Guida, l’ormai famigerato Gigino ’o drink, boss-pentito dell’ultima ora, al momento ancora in fase di valutazione. L’ex braccio destro di Francesco Bidognetti non ha ancora ultimato i 180 giorni, il tempo assegnato dallo Stato a chi decide di collaborare per riferire di fatti e circostanze di sua conoscenza, ma sembra in grado di rafforzare l’ipotesi di concorso esterno in associazione camorristica contestata all’indagato eccellente. È Guida, dunque, l’ultimo asso calato dalla Procura, come anticipato dal Mattino all’indomani del trasferimento del provvedimento di arresto alla giunta per le autorizzazioni a procedere. Il boss pentito ha confermato quanto raccontato agli inquirenti da altri collaboratori di giustizia, in particolar modo da Gaetano Vassallo, in relazione agli interessi di Cosentino per la Eco4 dei fratelli Orsi, a loro volta in affari con il clan di Francesco Bidognetti. Anzi, per essere precisi, Guida sostiene che «gli Orsi, Cosentino e Bidognetti sono una cosa sola». Collegamenti appresi - per esplicita ammissione dello stesso Guida - da altri protagonisti di una stagione politica e imprenditoriale dell’emergenza rifiuti finita da tempo sotto il cono di luce della magistratura. Il no del gip arriva a distanza di pochi giorni dal voto della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera (11 no, 6 si, un astenuto), contraria ad accordare gli arresti per il parlamentare di Casal di Principe. Difeso dai penalisti Agostino De Caro e Stefano Montone, il politico cinquantenne si era rivolto allo stesso gip che aveva firmato gli arresti, puntando su una strategia decisamente di basso profilo: chiedere la revoca della misura, alla luce delle cessate esigenze cautelari, senza entrare per il momento nel merito delle accuse che gli vengono contestate. Una mossa tenuta rigorosamente sotto silenzio dal candidato in pectore alla Regione Campania, che ha però incassato una bocciatura fondata su una convinzione uguale e contraria: quanto a esigenze cautelari - fa capire il gip - il quadro è lo stesso di venti giorni fa. Chiare le motivazioni del gip Piccirillo: non è cambiato il quadro politico-elettorale, né la potenziale «influenza» di Cosentino sul territorio. Stando all’assunto della Procura di Giovandomenico Lepore, il parlamentare avrebbe incassato fino dagli anni Novanta il sostegno elettorale del clan Bidognetti - «voti contro favori» - in uno scenario ricostruito da collaboratori vecchi e nuovi. Versione respinta con veemenza da Cosentino, che in più occasioni ha ribadito la mancanza di elementi concreti a suo carico, al di là del narrato dei pentiti. Inchiesta ancora formalmente aperta, che ora attende le prossime mosse. Incassato il no del gip, ora il pallino torna nelle mani della difesa, che ieri mattina ha depositato un ricorso per Cassazione avverso il mandato di cattura firmato dal gip lo scorso nove novembre. L’ultima mossa in una partita tutt’altro che chiusa.

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