La rabbia di Sarno: delusi da questa politica
Un finale già scritto? Macchè. Il presidente dell’Unione degli industriali di Avellino, Silvio Sarno, ha atteso, fino all’ultimo un colpo di coda sulla questione rifiuti. «Ho sperato - confessa - che il presidente dell’Amministrazione provinciale e l’assessore all’Ambiente si ricordassero a quale parte politica appartengono». Parole dure che, però, spiegano al meglio la delusione per un provvedimento «che va contro legge». «Eppure - continua - ci era stato assicurato dallo stesso Cosimo Sibilia che questa posizione sarebbe stata recuperata». Sarno, pur ribadendo che «non ho alcuna sponsorizzazione da produrre, per i rifiuti come per l’acqua», attacca senza mezzi termini un’amministrazione «testarda, che sceglie di andare contro legge e seguire un percorso che si annuncia impervio». La partita, però, non è ancora chiusa. «Se qualcuno dei nostri associati - aggiunge il presidente - scegliesse di intraprendere le vie legali contro questa decisione, noi lo affiancheremo. Diversamente, continueremo a ribadire che si sta commettendo un reato perché si va contro legge». Nell’attesa di nuovi sviluppi, il presidente coglie alcuni spunti emersi nella discussione del parlamentino provinciale per rafforzare i motivi della sua posizione. «Ha ragione la De Simone - dichiara Sarno - quando invita tutti a stare in guardia per il pericolo che vengano scaricati sul nuovo soggetto i guasti di altri. Inoltre, non va dimenticato che l’affidamento in house comporta la richiesta di un parere vincolante dell’Autorità garante per la concorrenza e i mercati: nessuno si preoccupa che l’eventualità di una risposta negativa comporterà la necessità di intraprendere le vie legali con notevoli costi per i cittadini. Si investe denaro pubblico senza sapere quando darà frutti». Il presidente punta l’attenzione su tutti gli aspetti della questione: dai tempi all’impiantistica e alla forza lavoro. «La giustificazione - dice - sarà rappresentata dalla necessità di chiudere il cerchio entro il prossimo 31 dicembre. Mi chiedo, però, come mai le procedure dell’amministrazione provinciale per una gara europea sono così lunghe. Avviando la discussione sin dai primi giorni del nuovo mandato, si sarebbe potuto rispettare i tempi anche con un coinvolgimento della parte privata. Per quanto attiene all’impiantistica, Stir a parte, ci troviamo di fronte a giocattoli: strutture che hanno alle spalle 5 o 6 anni e lavorano già male. La presenza di imprenditori nel nuovo soggetto avrebbe comportato un arricchimento di competenze, tecnologie ed impianti. Al di là delle parole di Santoro, la cui posizione non mi meraviglia, sfido chiunque a fare una valutazione diversa sulle strutture esistenti: quanto è stato costruito è costato tanto ai cittadini e non ha certo garantito una gestione virtuosa che, in provincia di Avellino, non si è mai avuta». Sono parole destinate ad alimentare un fuoco di polemiche, quelle del presidente di Unionindustria, dal quale arriva anche una stoccata nei confronti delle organizzazioni di categoria. «Il privato - aggiunge - è obbligato ad assicurare lo stesso trattamento ai lavoratori. A riguardo, non mi pare che il pubblico rappresenti una garanzia. Inoltre, mi meraviglia che i sindacati non leggano la necessità di tagli per l’economicità di gestione. Vorrei comprendere, i contro, come l’assessore Gambacorta intende ottenere servizi efficienti a costi contenuti: per ora rimaniamo nel capitolo delle intenzioni. Non nego, invece, che l’eventuale coinvolgimento di imprenditori sarebbe stato finalizzato a un guadagno, possibile non facendo lievitare i costi ma evitando gli sprechi. In questo senso, sarebbe utile fare un paragone tra gli stipendi di manager pubblici e privati, pagati per quanto producono e valgono, di valutare i costi dei consigli di amministrazione di società, spesso occupati da politici bocciati dall’elettorato». Sarno è deluso e amareggiato, ma non meravigliato «da comportamenti di politici che lavorano per l’ordinario e non per una programmazione. Alcuni si propongono prima a favore e poi contro senza imbarazzo alcuno. Esistono vergogne a destra, a sinistra e al centro».