«Coste inquinate non riusciremo a salvare l'estate»

Accusa della commissione Ambiente «Depuratori al palo, serviranno anni»
28 novembre 2009 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

«Nel golfo di Napoli è a rischio la prossima stagione turistica». È l’allarme lanciato da Antonio D’Alì, presidente della commissione Ambiente del Senato. Ieri il parlamentare ha trascorso l’intera giornata in città insieme con gli altri componenti dell’organismo: presso l’Ufficio territoriale di governo ha incontrato il prefetto Alessandro Pansa e tenuto una serie di audizioni con gli amministratori locali, i rappresentanti delle Asl e delle forze dell’ordine. L’obiettivo della missione operativa era di monitorare la situazione ambientale dopo i problemi di inquinamento delle coste verificatisi nei mesi scorsi. Il bilancio dei lavori è stato tutt’altro che incoraggiante: «Il pericolo è che per la prossima estate non possano entrare ancora in attività quegli accorgimenti che sono stati previsti, e in alcuni casi finanziati, destinati ad alleviare lo stato di salute delle acque. Nella più ottimistica delle condizioni - ha spiegato D’Alì - come ci è stato illustrato dai rappresentanti della Regione, queste attività, soprattutto nel litorale domizio, dovranno avviarsi a giugno, quindi non so quali effetti potranno avere sulla prossima stagione balneare». Da qui la decisione della commissione di fornire «supporto agli enti locali che così potranno organizzare al meglio gli interventi per la soluzione dei problemi che affliggono le acque del golfo». Uno dei nodi da affrontare è quello delle difficoltà burocratiche legate alle normative e agli intrecci di competenze: «È il caso della presenza di commissariamenti che forse potrebbero essere mandati a scadenza per far tornare il regime di normalità - ha sottolineato il senatore - Vorremmo dare il nostro contributo da questo punto di vista perché abbiamo avviato anche un’indagine sulle risorse idriche nazionali». In questo senso assumono rilevanza «alcune analisi locali relative a situazioni maggiormente critiche per le quali vogliamo fornire possibili soluzioni e collaborare con chi ha la responsabilità e la competenza specifica a operare». Ma la sfida principale riguarda il depuratore di Cuma: «Il recupero della sua efficienza - ha chiarito D’Alì - è il primo intervento da compiere. Il malfunzionamento dell’impianto interessa il litorale domizio per effetto delle correnti marine che poi espandono le acque provenienti da quel depuratore, che sta creando un inquinamento forte su tutta la zona costiera». L’emergenza tocca, secondo il presidente della commissione, anche il lato a Sud di Napoli, dove «ci sono problemi enormi legati agli scarichi diretti al mare provenienti da molti centri abitati importanti, come Castellammare di Stabia. La Regione ci ha riferito che per quei luoghi è necessario procedere alla canalizzazione di questi reflui verso punti di depurazione. Si tratta però di attività che si stanno realizzando e si devono realizzare ma che non saranno pronte nell’arco di alcuni mesi e, in certi casi, di alcuni anni». Immediata la replica dell’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini: «Nonostante le difficoltà che riguardano i depuratori, la qualità dell’acqua di mare non risulta in peggioramento. Questo dicono i dati. Peraltro la scorsa estate sono accaduti episodi gravissimi che non riguardano la qualità del mare come gli sversamenti fuorilegge e le proteste selvagge degli operatori del depuratore di Cuma». Secondo Ganapini «bisogna fare in modo che Hydrogest investa più di 100 milioni di euro nell’aggiornamento degli impianti sul litorale domizio. Per Napoli occorre completare la gara per i depuratori della zona orientale mentre alla costa vesuviana manca l’allacciamento delle fognature al collettore litoraneo che c’è già. Anche questi sono interventi prioritari che speriamo di poter affrontare direttamente superando la fase di commissariamento». Si salva, almeno in parte, il capoluogo partenopeo, come spiegato in audizione dall’assessore all’Ambiente Rino Nasti: «Tredici dei nostri venticinque chilometri di costa sono lontani dal depuratore di Cuma e abbiamo il meraviglioso cuscinetto di Capo Miseno. Su Posillipo e sulla Gaiola stiamo invece lavorando per ottenere addirittura la bandiera blu».

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