Diossina, ferma l'indagine sul latte materno
Manca il latte materno: ancora oggi non sono stati inviati tutti i campioni all’Istituto superiore di Sanità. A sorpresa, si sta rivelando un’impresa complicata trovare donatrici nell’hinterland tra Napoli e Caserta, con il rischio di mandare all’aria «Sebiorec», un progetto decisivo a svelare il nesso tra rifiuti e salute: è la più vasta ricerca in materia mai realizzata in Italia. La conseguenza è che i tempi dell’indagine slittano. Due anni dopo l’avvio dello studio, guidato dall’Iss e promosso dalla Regione, ecco l’ennesimo caso imprevisto: la sfida di svelare i tassi di diossina nel latte materno è ancora nella fase di raccolta dei campioni, complice i parametri selettivi dell’indagine, e soprattutto la scarsa volontà civica a partecipare. Fino a qualche mese fa le donne chiamate a donare il prezioso liquido hanno opposto l’una dopo l’altra un secco no. Un gesto netto, cocciuto, che, al momento, ha impedito di misurare il male causato dalla devastazione del territorio, contestellato da decine di discariche abusive; e soprattutto impedisce di capire se la diossina è arrivata nel corpo delle madri, creando un mix micidiale: il latte al veleno. A Roma, nei laboratori dell’Iss, occorrono complessivamente 50 campioni di latte materno, e proseguono le verifiche sui prelievi ematici. Nel 2008, la prima fase della ricerca era infatti iniziata con reclutamento di 840 donatori di sangue, sorteggiati tra gli abitanti dei 13 comuni, più i residenti di Pianura, selezionati in relazione al diverso livello di contaminazione ambientale. Obiettivo dello studio è verificare se l’inquinamento da rifiuti abbia aumentato l’esposizione dei residenti alle sostanze tossiche (metalli pesanti e diossina) e se siano più alti i rischi per la salute in alcuni territori delle province di Napoli e Caserta. Coordina l’indagine Alessandro Di Domenico, il dirigente dell’Istituto superiore di Sanità. Al suo fianco, i rappresentanti degli altri enti: l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, l’Osservatorio epidemiologico regionale, il Registro tumori dell’Asl Napoli 4, a cui si aggiungono le sei Asl operative nelle province di Napoli e Caserta, dove sono stati effettuati i prelievi ematici e dove vengono contattate in queste ore anche le madri che allattano. Con la speranza di ottenere, entro Natale, una risposta più efficace.