Veleni in discarica, pianura di ribella
L’insegna di vetro del commissariato, con il simbolo della Polizia di Stato, è ancora rotta e non è stata riparata. In piazza Municipio - a Pianura - quello sfregio rimane quasi un simbolo che ricorda quelli che furono i giorni della rabbia, del fuoco, e dei blocchi stradali. Tutto sembra essere rimasto come due anni fa, a Pianura. Stesso degrado e identici problemi. Lo scatto in avanti fatto registrare dall’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Napoli sul presunto nesso tra l’inquinamento da rifiuti (in gran parte tossici) sversati per decenni negli invasi di Contrada dei Pisani sembra non aver portato nuovi venti di guerra, nel quartiere che contende a Chiaiano il poco invidiabile record dell’abusivismo edilizio. Forse è una questione di metabolismo. Forse, una volta compresa la gravità del momento, la gente tornerà a scendere in piazza per difendere il proprio territorio violentato, distrutto. Il fiume carsico di veleni che scorre al di sotto della discarica di Contrada dei Pisani continua ad essere un rischio per la salute dei pianuresi: è questa la triste conclusione cui giungono alcune consulenze anticipate ieri dal «Mattino». Cinque gli indagati dal pubblico ministero Stefania Buda: in barba a ogni prescrizione di legge, avrebbero effettuato una bonifica-farsa del sito che per molti e lunghi anni ha ingoiato ogni genere di rifiuti. Avrebbero estratto il pericolosissimo percolato per poi riversarlo un attimo dopo nelle viscere della terra, per estrarne biogas, e per lucrarci con la successiva vendita della sostanza, utile alla produzione di energia elettrica. Intanto a Pianura si continuano a registrare inquietanti casi di malattie che sarebbero ascrivibili all’inquinamento ambientale. Sempre più frequenti i casi di bimbi che già dopo i primi anni di vita presentano sintomi dell’asma. Brutto segnale. Centinaia di cartelle cliniche sono state sequestrate e visionate dal pm Buda: indicano chiaramente la presenza di malattie tumorali tra i residenti di Pianura. E poi c’è il disastro ambientale: con la collina degli Astroni, quella che confina in linea d’aria con la megadiscarica di Contrada Pisani, che da anni ha visto seccare alberi e vegetazione, come se vi fosse passato un angelo sterminatore. Da una settimana Marco Nonno, consigliere comunale di Napoli decaduto in seguito alla vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto sugli scontri di piazza di Pianura, accetta di parlare di questo nuovo scandalo. «A Pianura - dice - tutti sapevano che l’avvelenamento delle terre in Contrada Pisani non si era fermato nemmeno dopo gli interventi di bonifica». Un’accusa grave, ma circostanziata. «Dal 1993 - spiega Nonno - c’erano giornate nelle quali la puzza insopportabile che veniva dalla discarica si propagava fino a Soccavo. E questo era un indicatore già da solo capace di dimostrare che non eravamo in presenza di una discarica a norma». E pensare che proprio al di sotto di quella che sarebbe diventata una discarica scorreva - fino a una quarantina di anni fa - un fiume sotterraneo di acqua purissima. «Tutti sapevano che si stava perpetrando uno scempio ambientale gravissimo. E la camorra ha continuato a fare affari, e per questo motivo aveva tutto l’interesse di far riaprire Contrada dei Pisani».