"Città nello smog, il Comune è inadempiente"
«Solo generici annunci. La verità è che i problemi di inquinamento dell’aria in città vanno risolti con tempestività e senza false promesse perchè sono un problema tremendamente attuale e serio»: è feroce la reazione degli ambientalisti alla notizia che, in città, i livelli di polveri sottili sono ormai saliti alle stelle. Gli sforamenti hanno raggiunto quota 55 dall’inizio dell’anno. Oltre venti volte in più dei 35 consentiti dalla legge. E ora si scatena la polemica. Sono gli ambientalisti ad alzare la voce e a chiedere interventi immediati per far fronte alla questione. C’è da dire, comunque, che le condizioni meteo non hanno favorito la «pulizia» dell’aria. Parimenti, l’accensione delle caldaie per il riscaldamento domestico. Eppoi, ad incidere ulteriormente, in maniera sicuramente decisiva, ci sono il traffico veicolare, difficoltoso per la presenza dei cantieri, e i quotidiani roghi di fogliame e di scarti agricoli dei comuni dell’hinterland. «Il problema non è solo nostro», evidenzia ancora il vicesindaco di Avellino e assessore all’Ambiente, Gianluca Festa. Ma non sono in sintonia i rappresentanti dei movimenti ambientalisti. Particolarmente critico è Rosario Caravano, già numero uno di Legambiente in Irpinia: «Si trincerano dietro giustificazioni inutili, come quella relativa ai lavori in corso per le opere pubbliche. Proprio fattori del genere rappresentanto l’occasione per sperimentare qualcosa al fine di superare le difficoltà. E, invece, nulla si muove. Basti pensare - attacca Caravano - che sono passati sei anni, da quando si registrano sforamenti della soglia di polveri sottili nell’aria, ma non sono stati adottati provvedimenti efficaci. Tuttora non si pensa a misure strutturalizzate. Un esempio su tutti: Avellino è l’unica città d’Italia che non ha ancora un metro quadrato di pista ciclabile». Caravano rincare ulteriormente la dose: «Bisogna cominciare a ragionare e a progettare. Ci si sbraccia per ottenere finanziamenti dall’Unione Europea, eppure in questi casi sono quasi automatici. Credo, al contrario, che per l’amministrazione tali questioni rappresentino solo un fastidio». Ancora, la critica a Festa sulle ipotesi relative al Piano strategico e agli accordi di reciprocità, nei quali il Comune ha dato priorità ai temi ambientali. «Il vicesindaco Festa - dichiara l’esponente ambientalista - parla di cose che avverranno tra quindici anni. Vorremmo sapere cosa dice adesso ai cittadini. Quali soluzioni propone». Sulla stessa lunghezza d’onda è il segretario provinciale del Movimento difesa del cittadino, Generoso Testa. «Questa situazione si trascina ormai da anni. È quasi una routine - sottolinea Testa -. Vorrei capire se per i comuni sia giusto non porre rimedio. L’unico tentativo, quello delle targhe alterne, è fallito. Un fallimento annunciato, perchè i cantieri rendono vano il provvedimento. Purtroppo, va detto che non esiste un’adeguata attenzione alla mobilità alternativa. Si parla solo di metropolitana leggera e nient’altro. Ad Avellino non c’è alcuna alternativa all’utilizzo dell’automobile». Ginfranco Turis, dei Comitati contro l’elettrosmog, pone anche un’altra questione, quella della bruciatura del fogliame, diffondendo attraverso web e posta elettronica un «drammatico» filmato che evidenzia la presenza di fumi in città e nell’hinterland (anche ieri la situazione, in tal senso, era pesantissima e nei prossimi giorni il verdetto dell’Arpac sarà sicuramente di conferma. «La bruciatura dei residui vegetali mette in crisi lo stato di salute di persone affette da patologie respiratorie croniche in particolare anziani e bambini - denuncia Turis -. Questa insulsa abitudine necessita di maggiori controlli e sanzioni per i trasgressori delle regole che pur esistono solo sulla carta». Tale problema si registra soprattutto nelle aree periferiche del capoluogo e nei centri dell’immediato hinterland. Ma la città è costretta a subirne le conseguenze. A cominciare proprio dall’aumento delle polveri sottili. Anche in questo caso sono necessari interventi da parte della polizia municipale (un solo vigile, per giunta volenterosissimo) e delle forze dell’ordine per arginare il fenomeno. Una cattiva abitudine che è pesantemente sanzionata da apposite leggi, ma che tante volte restano inapplicate».