Sant'Agnello: veleni sversati in mare, esposto del Wwf

L'associazione "Ecosistema alterato dagli scarichi abusivi
assurdo, quel sito è protetto"
24 novembre 2009 - Antonino Siniscalchi
Fonte: Il Mattino

Le correnti marine hanno allontanato le tracce dell’ultimo attentato al mare della costiera. Ieri mattina, quando ha affondato l’ancora nella rada di Marina Piccola l’ennesima nave che ha caratterizzato questa lunga stagione delle crociere, il mare era già tornato degno della famosa cartolina di Sorrento, ma l’inquietante fenomeno dello sversamento di liquami che ha invaso la baia del golfo del Pecoriello, a Sant’Agnello, nelle ultime due domeniche, è destinata ad alimentare una lunga coda giudiziaria. Al dettagliato rapporto elaborato dai militari della Capitaneria di porto di Castellammare, coordinati dal comandante Demetrio Antonio Raffa, per le indagini, disposte dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata la scorsa settimana, che ha portato alla denuncia del titolare di un oleificio, si è aggiunto ieri un esposto del presidente della sezione penisola sorrentina del Wwf, Claudio d’Esposito, inviato alla stessa procura, all’assessore all’Ambiente della Regione Campania, ai comandi della compagnia dei carabinieri di Sorrento, della Capitaneria di porto di Castellammare e della polizia municipale di Sant’Agnello. «È sconcertante – spiega Claudio d’Esposito – che un sito riconosciuto di interesse comunitario e una zona a protezione speciale per i suoi fondali marini, un angolo di una bellezza incomparabile, possa essere violentato impunemente dall’uomo. Lo scarico a mare dei liquami ha provocato una grave e palese alterazione morfologica delle acque e dell’ecosistema marino, oltre ad un conseguente grave danneggiamento paesaggistico–ambientale». L’obiettivo degli ambientalisti è di chiarire modalità, cause e conseguenze dello sconcertante spettacolo della macchia marrone tendente al rosso che è ricomparsa domenica mattina nello specchio d’acqua antistante il golfo del Pecoriello, punta San Francesco e la spiaggia della Marinella. Un fenomeno inquietante per il panorama della penisola sorrentina, ma anche i miasmi che si sono sollevati fin sul belvedere dei Cappuccini, con l’intera baia invasa da rifiuti di ogni genere (plastica, ferraglie, tubature, copertoni e cadaveri di animali) ed una corposa cascata di liquami che si riversavano in mare, tra gli anfratti del costone tufaceo, contornato da una ricca vegetazione mediterranea e scorci di antichi insediamenti che vincolano il sito sotto il profilo monumentale ed archeologico.

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