Da Chiaiano a Serre, la mappa dei nuovi impianti
Il decreto legge 90 individua dieci siti per la costruzione di discariche di tal quale, sottoposte al controllo militare. Quattro sono attive. La Cava del poligono a Chiaiano, in provincia di Napoli, subisce continue frane, in una zona inquinata da materiali pericolosi e amianto, mai del tutto bonificata. Anche la discarica di S. Arcangelo Trimonte, nel beneventano, è costruita su un versante a rischio frane, in zona sismica di fascia 1. Dopo i primi smottamenti, il commissariato ha speso 32 milioni di euro per lavori di adeguamento. La discarica di Pustarza, nel comune di Savignano Irpino nell'avellinese, è stata costruita sopra la falda acquifera. I cittadini hanno prelevato campioni delle acque che fuoriescono dallo sversatoio, i risultati rilevano elevate concentrazioni di piombo, cromo e nichel. Nella stessa zona c'è una discarica provinciale e, a pochi passi, quella di Difesa Grande, che ha ingoiato rifiuti regionali per più di 10 anni.
Il sito di stoccaggio di Ferrandelle, nel comune di Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, sorge nel bel mezzo della piana del Volturno. Il terreno fu sequestrato al boss Francesco «Sandokan» Schiavone, capo del clan dei Casalesi. L'amministrazione comunale decise di affidarlo al Consorzio Agrorinasce per farne una fattoria della legalità. Poi il terreno venne requisito dal Commissariato straordinario per accogliere 90mila metri cubi di rifiuti in via temporanea e con l'impegno a bonificare in tempi brevi. Oggi l'impianto ospita circa un milione di tonnellate, la zona attigua è invasa da altre 4 discariche, due siti di stoccaggio delle ecoballe e da centinaia di siti di sversamento abusivo di rifiuti tossici. L'impianto è stato messo sotto sequestro nel 2008 (e poi parzialmente dissequestrato) per il mancato drenaggio, raccolta e smaltimento del percolato e per la presenza di rifiuti pericolosi.
Esaurita la capacità ricettiva, i rifiuti accumulati a Ferrandelle saranno riversati nella nuova megadiscarica di Maruzzella 3, nel comune di San Tammaro. Oltre alla discarica da 1.600.000 metri cubi (la più grande attualmente in funzione), è stato allestito un sito di stoccaggio delle ecoballe da bruciare nel costruendo inceneritore di Santa Maria la Fossa, e un sito per il deposito temporaneo dei rifiuti. Per realizzare questa vera a propria "cittadella dei rifiuti inquinanti" nel bel mezzo della piana del Volturno, la più fertile pianura d'Europa, il governo ha stanziato 52 milioni di euro. Ancora a Caserta, uno sversatoio dovrebbe sorgere nella cava Mastroianni: si tratta in realtà dell'ampliamento di quella di Lo Uttaro, messa sotto sequestro dalla magistratura nel 2007 per disastro ambientale e poi chiusa dal tribunale civile perché estremamente pericolosa per la salute pubblica. In due anni nessun lavoro è stato fatto e così continua a fluire il percolato. Rispetto a Lo Uttaro, la cava in questione ha una volumetria di 1.500.000 metri cubi, cinque volte superiore alla prima. Il geologo Franco Ortolani ha più volte certificato l'inadeguatezza tecnica del sito: la roccia è fratturata in più punti, caratterizzata da una elevata permeabilità dovuta alla sua porosità, «l'impermeabilizzazione non può essere garantita per un periodo superiore a 10/15 anni. Trattandosi poi di percolato derivante anche da 33 rifiuti pericolosi, più aggressivo, è prevedibile che la durata dell'impermeabilizzazione sia anche inferiore».
Nell'avellinese, il comune di Andretta dovrebbe ospitare lo sversatoio a Pero Spaccone. Siamo nell'altopiano del Formicoso, dove insiste uno dei più grandi parchi eolici d'Italia, circondato da campi di grano, vicino all'invaso artificiale di Conza, riserva d'acqua per 4 milioni di cittadini pugliesi e oasi Wwf. La zona appartiene alla fascia di sismicità 1, a 20 km dall'epicentro del terremoto del 1980. Nel salernitano il comune di Serre ha sacrificato il territorio di Macchia Soprana, in sostituzione di Valle della Masseria che era a pochi passi dall'oasi del Wwf di Persano. Nella stessa area erano presenti già una discarica comunale e una provinciale, entrambe sprovviste di qualsiasi tipo di protezione e dalle quali per anni è fuoriuscito percolato che si è disperso nei boschi, fino al fiume Sele. Dalle 300mila tonnellate di rifiuti previste si è arrivati a una capacità di circa 700mila. Infine, il comune di Terzigno ospita ben due discariche: Cava Pozzelle più la realizzanda Cava Vitiello, all'interno del parco nazionale del Vesuvio e in un sito di interesse comunitario. Secondo le norme italiane ed europee potrebbero ricevere solo la frazione organica stabilizzata, ma il sottosegretario all'emergenza l'ha destinate ad accogliere il tal quale e, con l'ordinanza del marzo 2009, ha deciso di utilizzare le scorie provenienti dall'inceneritore di Acerra, che andrebbero smaltite in discariche appositamente attrezzate, come materiale di copertura.