Rifiuti Conto alla rovescia per uscire dalla fase critica: lo stato degli impianti

Dissequestrate due piazzole a Ferrandelle

La magistratura accoglie le richieste del commissariato. San Tammaro, al via il quarto anello
19 novembre 2009 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

San Tammaro. La magistratura dissequestra le due piazzole bloccate lo scorso anno dalla Superprocura nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del sito di Ferrandelle, affidata all’ex consorzio Ce 2. Il provvedimento è stato notificato al commissariato di governo e, di fatto, autorizza la struttura commissariale a liberare l’area dell’impianto occupata da cumuli di rifiuti. Un passaggio importante sull’iter che prevede lo svuotamento globale dell’invaso di Ferrandelle (chiuso lo scorso aprile con 502 mila tonnellate di immondizia) che sarà poi trasferito nella discarica di San Tammaro. Inoltre, proprio a San Tammaro, è stata liberata la piazzola su cui stazionavano fino a qualche settimana fa 30 mila tonnellate di ecoballe, tutte spedite al termovalorizzatore di Acerra. Il punto sull’impiantistica è stato fatto ieri durante una ricognizione in Campania del sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso che ha incontrato anche i vertici militari della struttura di missione, il vicario, maggior generale Mario Morelli e il responsabile operativo, brigadier generale Sandro Mariantoni. Ricordiamo che il sito di San Tammaro (interessato da tre incendi dolosi negli ultimi quattro mesi, l’ultimo lo scorso 8 novembre, e gestito dal consorzio Salerno 2) è definito area strategica nazionale e per questo affidata all’Esercito. Si è parlato di sicurezza, nel briefing, ma anche dei lavori di ampliamento di Maruzzella: qui vengono convogliate in media 1600 tonnellate di immondizia al giorno. E l’invaso, all’occorrenza nei giorni scorsi, è stato utilizzato anche per accogliere immondizia proveniente da altre province. Al momento sono in funzione a pieno regime tre piazzole, la quarta è in collaudo: il progetto ne prevede la realizzazione di dieci per un capienza residua oggi valutata in oltre un milione e trecentomila tonnellate. Restano, infine, da rimuovere le 18 mila ecoballe - di proprietà della Fibe e per questo ancora sotto sequestro della magistratura - mentre si è in attesa che la Regione sblocchi, proprio a San Tammaro, il piano operativo e i finanziamenti per la realizzazione dell’impianto di compostaggio. L’entrata a regime dell’intero complesso di San Tammaro prevede un investimento iniziale di circa 30 milioni di euro, un budget complessivo di 57 milioni per un invaso di un milione e 600 mila metri cubi. Ma i nodi da sciogliere sul versante della gestione completa ed efficace del ciclo dei rifiuti sono ancora molti. Non ha mancato di rimarcarlo lo stesso Bertolaso. Il sottosegretario da un lato ha ammesso che «l’emergenza è finita ma il degrado no», dall’altro ha confermato come, da una ricognizione aerea sulla zona, proprio fra il Napoletano e il Casertano restano disseminati ancora cumuli di rifiuti: sulle rampe dell’asse mediano, attorno ai Regi lagni, sotto i cavalcavia della 268. Insomma, si attende a giorni che il Consiglio dei ministri emani il decreto che sancisce, al 31 dicembre prossimo, la fine dello stato di emergenza e il passaggio della gestione ordinaria alle società provinciali i cui piani vanno armonizzati con la Regione. Inoltre, proprio dal 1 gennaio 2010, per effetto di una norma dell’Unione europea, tutti i rifiuti trattati nel processo industriale vanno tritovagliati: e per questo, con i vecchi Cdr ormai trasformati in Stir, la Campania - paradossalmente - è l’unica regione italiana ad avere le strutture già pronte. Ma d’altro canto - evidenzia Bertolaso - «oggi il vero problema della Campania è la bonifica del territorio». Un caso per tutti? Il sottosegretario cita proprio quello di Lo Uttaro: «Non è una discarica, lì c’è bisogno di una bonifica. Non è nostra competenza: ma se qualcuno ce lo chiede, daremo una mano».

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