Il caso Notificato l’invito a comparire, il faccia a faccia fissato per lunedì. La difesa: iniziativa tardiva

Lepore convoca Cosentino: "Ora si può"

Il procuratore all'attacco: noi perseguiamo i reati, non perseguitiamo nessuno
19 novembre 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

L’appuntamento è per lunedì pomeriggio, quando - salvo cambi di programma - il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino sarà ascoltato in Procura. Un anno e un mese dopo le prime pubblicazioni delle accuse del pentito Gaetano Vassallo, ci sarà un incontro tra pm e indagato, grazie a un invito a comparire notificato in questi giorni allo stesso Cosentino, come si è appreso ieri a margine della conferenza stampa sugli arresti dei killer setoliani. È stato lo stesso procuratore Giovandomenico Lepore a mettere un punto fermo su una querelle a distanza che ha attraversato il caso Cosentino, prima e dopo il mandato di cattura firmato dieci giorni fa dal gip Raffaele Piccirillo: «Ora l’abbiamo invitato in Procura, dopo l’emissione dell’ordine d’arresto. Oggi abbiamo dato la possibilità, dopo l’emissione del provvedimento, di poter oltre a fare appello al Riesame, di essere ascoltato se vuole farlo. L’abbiamo invitato a farlo. Oggi si possono fare contestazioni, prima non si poteva». È una replica più meno esplicita ad uno degli argomenti difensivi del parlamentare Pdl, che ha spesso stigmatizzato la mancanza di disponibilità degli inquirenti ad interrogarlo dopo la pubblicazione dei verbali di Vassallo. Da indagato - ha fatto capire Lepore - l’unica possibilità della Procura era accogliere una deposizione spontanea, mentre oggi possiamo muovergli contestazioni alla luce di quanto emerso nel provvedimento cautelare approdato alla Camera. Una spiegazione che non sembra soddisfare la difesa di Cosentino. Spiega oggi il penalista Stefano Montone, difensore del parlamentare assieme all’avvocato Agostino De Caro: «Considero tardiva la disponibilità della Procura di Giovandomenico Lepore a interrogare Cosentino, alla luce di un dato tecnico: l’iscrizione del parlamentare come indagato risale allo scorso febbraio, vale a dire quattro giorni prima di inoltrare la richiesta di arresto al gip, il che mi lascia pensare che per mesi si è indagato su Cosentino senza neppure iscriverlo al registro degli indagati». Accusato di concorso esterno in associazione camorristica, Nicola Cosentino potrà dunque entrare nel merito delle accuse che portano la firma dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci: si va dal sostegno elettorale offerto dai clan casalesi in cambio di favori e assunzioni della seconda metà degli anni Novanta, all’intreccio di interessi racchiuso nella società mista Eco4, gestita nella prima parte del decennio in corso dai fratelli Sergio e Michele Orsi. Vicende su cui Cosentino ha sempre replicato in modo serrato e veemente, partendo da un principio su tutti: la mancanza di prove al di là del fuoco di fila di sei collaboratori di giustizia. Ed è proprio nelle stesse ore in cui alla Camera si discute di fumus persecutionis e di richieste di autorizzazioni a procedere, che Lepore chiarisce un altro punto: «Non abbiamo perseguitato nessuno, abbiamo invece perseguito i reati e i responsabili di reati. Noi non creiamo né vittime né martiri». Un procuratore a tutto campo, dunque, nel giorno in cui presenta alla stampa gli arresti dei killer dell’ala stragista del clan Bidognetti, quelli della primavera di sangue firmata - spiega l’aggiunto Federico Cafiero de Raho - da Giuseppe Setola. Ed è così che il capo dei pm ha anche replicato alle accuse di incapacità e inefficienza avanzate nei confronti dei magistrati in alcune recenti trasmissioni televisive, una serie di «cose inesatte che tuttavia hanno effetto sulla gente». Il procuratore Lepore ha quindi ricordato in primo luogo «l’impegno della magistratura che dirige le indagini della polizia giudiziaria, almeno fino a quando non cambiano il codice» e ha parlato di «sinergia con le forze di polizia che produce risultati quando l’ambiente è sereno e calmo e ognuno fa il proprio dovere. La magistratura - ha sottolineato Lepore - è il terzo potere dello Stato fino a quando rimaniamo in piedi e rimarremo senz’altro in piedi». Poi, rispondendo alle critiche di sollevate durante la trasmissione Porta a Porta, ha concluso: «Ogni categoria ha al suo interno i buoni e i cattivi, ma nella magistratura la percentuale di buoni è più alta che in altre categorie di professionisti».

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