Montaguro, per la frana tempi lunghi
A monte della frana di Montaguto si procede lentamente, con due elettropompe collegate a due chilometri di condotte, sotto il diretto controllo dei Vigili del Fuoco. Si sta rivelando più complessa del previsto l’operazione di svuotamento del lago formatosi a ottocento metri di altezza, dove comincia a scendere a valle la lingua di terreno che ha coperto, al km 43, la statale 90 delle Puglie, a poca distanza dalla linea ferroviaria Caserta-Foggia, con la conseguenza di mettere in crisi l’economia locale e i collegamenti tra l’Arianese e il Foggiano. Per svuotare l’invaso, che raccoglie circa ventimila metri cubi di acqua, ci vuole tempo, circa un mese. È il commissario per l’emergenza frana, ingegnere Bruno Orrico, che quasi certamente sarà in zona domani, a confermarlo. «L’operazione in corso da ieri – precisa – va fatta con grande cautela, per evitare che una sponda del lago formatosi sulla sommità di Montaguto, in località Sorgenti, possa cedere da un momento all’altro. Sono state sistemate due pompe ai lati della frana, collegate, a loro volta, a tubazioni della dimensione di 0,80 centimetri che portano direttamente a valle. In media si possono pompare 600 metri cubi di acqua al giorno. Entro 25-30 giorni possiamo considerare conclusa questa prima fase. Per riaprire, tuttavia, la bretella contiamo di impiegare almeno altri 10-15 giorni. Dobbiamo eliminare, nel frattempo, qualsiasi rischio di ulteriore frana. Ogni intervento viene fatto con competenza e cautela, perché ci troviamo di fronte ad un fenomeno franoso le cui cause sono ancora da precisare. Ci conforta ad ogni modo il dato secondo cui la frana negli ultimi tempi non si è mossa. Il terrazzamento del terreno a valle è stato determinante. Come pure la riduzione di piogge». Per tutte queste ragioni si sta procedendo allo svuotamento del lago. Parte del cantiere a valle è stato spostato e nessun mezzo può transitare lungo la bretella. «Una volta eliminata l’acqua dall’invaso – riprende Orrico – si può capire finalmente la natura, la portata e la provenienza dell’acqua. Siamo nelle condizioni di captare l’acqua, incanalarla e deviarla verso il fiume Cervaro. Ma solo se conosciamo perfettamente i tempi di ricarica dell’invaso e le conseguenze derivanti dalle piogge. Se tutto procede nel modo previsto, si può finalmente porre mano anche al problema della messa in sicurezza del territorio e al ripristino del vecchio tracciato della statale 90 delle Puglie». Quali i tempi? Per l’ingegnere Orrico, per tornare al vecchio tracciato occorre realizzare altre opere e probabilmente attingere anche ad altri fondi. Le promesse, a livello regionale, non mancano. Ad ogni modo nel giro di sei mesi si può immaginare un ritorno alla normalità. C’è l’impegno assunto con le amministrazioni locali di non abbandonare questo territorio al proprio destino. La frana ha già provocato molti disagi e danni agli operatori economici del comprensorio. Per il sindaco di Greci, Bartolomeo Zoccano, i risultati si cominciano finalmente a vedere. «C’è l’impegno a riaprire la bretella – precisa - entro poche settimane. La struttura che fa capo al commissario Orrico ci sta informando costantemente sui lavori avviati. Ci è consentito tra l’altro di poter seguire dal vivo le varie fasi in corso. E’ un buon segnale. Vuol dire che funziona la collaborazione tra enti. La sistemazione dell’area deve, tuttavia, essere accompagnata da altre opere. Tutta la SS 90 delle Puglie va ristrutturata e sistemata. I collegamenti con Foggia non devono avvenire su una strada che ha perso le caratteristiche di strada nazionale. Basta fare riferimento ai tanti tratti delimitati da transenne o da segnali provvisori che riducono la carreggiata».