Rogo Irm, le polemiche dopo la sentenza

18 novembre 2009
Fonte: Il Mattino Avellino

Il giorno dopo la sentenza sul caso Irm si scatena la polemica. Botta e risposta tra il presidente del Consiglio comunale di Avellino, Antonio Gengaro e uno dei sei imputati condannati per la vicenda dell’incendio al capannone di Manocalzati, Emiliano Pescatore. Il numero uno dell’assemblea di piazza del Popolo chiede le dimissioni di Pescatore da amministratore delegato dell’Asa Spa, società che si occupa dei servizi ambientali. «Non si sarebbero mai dovuti stoccare rifiuti in un’area privata, in chiaro conflitto d’interesse. Noi riteniamo che su questa vicenda è prevalsa la malapolitica - dichiara Gengaro -. Alla luce della sentenza che va rispettata, anche se è impugnabile e i sei condannati sicuramente ricorreranno in Appello, l’amministratore delegato dell’Asa, per motivi di opportunità, dovrebbe dimettersi dall’incarico». A stretto giro di tempo la replica del diretto interessato, che annuncia ricorso contro la sentenza. «Non so da dove venga fuori il conflitto di interessi. Per le dimissioni, se ci sarà bisogno, verranno rassegnate - afferma Pescatore -. Non credo, comunque, che siano necessarie dal punto di vista giuridico. Sono molto sereno». Non solo, Pescatore chiarisce anche altri aspetti relativi alle accuse che furono mosse all’epoca del rogo. «Non sono mai state superate le quantità di immondizia stoccate, così come previsto dai diversi organi istituzionali», spiega Pescatore. Che nel merito della sentenza aggiunge: «S’è trattato di un incendio doloso e non è stata mai fatta piena luce su questo aspetto. La cosa che fa più male è che dopo il danno è arrivata la beffa. Una sentenza che definirei politica, per il clamore suscitato dalla vicenda. Quindi, era giusto individuare un colpevole».

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