Il mistero del termovalorizzatore
Bertolaso ultimo atto. Lungo l´asse Terzigno-Acerra, l´uomo portato da Berlusconi a risolvere il dramma spazzatura ha organizzato ieri un tour illustrativo per la stampa, anche quella estera, che suona come il suo bilancio finale. Si avvicina infatti la scadenza del mandato, il 31 dicembre, e lui ha di nuovo decisamente negato l´ipotesi di una candidatura alle regionali. «L´emergenza è finita», è stato il leit-motiv di giornata, ben al di là del fatto che poi qualche problema resterà. «L´emergenza è finita – dice Bertolaso stesso – ma il degrado no». Guai a pensare a una proroga del mandato: «Spero che nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri adotti il decreto che ha come titolo proprio la chiusura dell´emergenza».
Dunque stop al commissariamento e passaggio piuttosto all´esame delle carenze degli enti locali: «Noi dovevamo organizzare la gestione dei rifiuti garantendo una prosecuzione ordinata della gestione ordinaria, e mi pare che qualche risultato positivo lo abbiamo ottenuto». La differenziata però «è al 16-17 per cento di media nella regione, non sta andando bene come il resto, ed è ovvio che la responsabilità è delle autorità locali». Sicché riecco l´ombra del commissariamento: «Vi sono Comuni campani primi della classe in Italia, altri che sono ultimi. È un paradosso che va superato, e stiamo valutando se commissariare questi Comuni inadempienti prima o dopo la fine dell´emergenza». La lista nera fu già additata all´attenzione pubblica nell´estate scorsa, in occasione di una audizione alla commissione parlamentare d´inchiesta. Furono 11 i Comuni indicati come «gravemente inadempienti». Definizione che andava oltre i torti nella sola differenziata. Fosse solo per questa, ad esempio, anche Napoli rischierebbe: l´obiettivo minimo per legge è del 25 per cento nel 2009, i dati Asìa parlano di un 19,23 fino a settembre e di un 21,4 a ottobre. Comunque lontanissimi dal 72 per cento di Salerno.
Resta il fatto che Bertolaso prevede che anche futuri provvedimenti potranno essere presi da chi gli succederà. E nella sua eredità, ormai è quasi ufficiale, mancherà un impianto, il termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa. Davanti all´invaso di Terzigno ha spiegato: «Abbiamo le discariche, abbiamo gli impianti di tritovagliatura, e poi Acerra», ovvero il primo termovalorizzatore realizzato. Poi ha parlato degli altri due: «A Napoli siamo alle battute finali per l´avvio della procedura, e a Salerno stiamo cercando una intesa tra Provincia e Comune». Insomma di Santa Maria La Fossa non si parla più. D´altro canto l´ultima volte che Bertolaso vi aveva accennato era stato per dire che l´assessore regionale Walter Ganapini ne bloccava la realizzazione. Santa Maria è intanto diventato terreno scottante: «I rifiuti – dice ancora Bertolaso – sono stati per anni un patrimonio della camorra e non mi pare che se ne sia ancora usciti del tutto, come dimostrano i racconti dei pentiti anche su questo fronte». Evidente l´allusione alle più recenti rivelazioni circa le mire dei Casalesi sul suolo su cui andava costruito quell´impianto. Aggiunge il sottosegretario: «Il controllo della legalità è una cosa che bisogna gestire giorno per giorno, perché in quarantotto ore la camorra può rimettere le mani laddove gliele abbiamo tolte». Morale: Bertolaso va via, degrado e camorra forse restano.
Ma certo c´è chi non rimpiangerà il capo della Protezione civile. Tommaso Sodano, ex senatore di Rifondazione, parte in contropiede: «Il vero spazza-tour lo organizzeremo a breve, fra Acerra, Chiaiano e Terzigno, per dimostrare che l´emergenza rifiuti esiste ancora. Bertolaso ha solo allestito un carrozzone mediatico per nascondere i reali problemi, che sono pronti a riesplodere a breve in tutta la loro drammaticità».