Il Comitato lancia l’allarme

Un consiglio aperto per salvare il Macrico

Sono l’ultima speranza ma il governo ancora non li ha erogati
13 novembre 2009
Fonte: Il Mattino Caserta

Il comitato Macrico Verde tornerà presto a far sentire la propria voce nelle piazze. L'annuncio di una nuova mobilitazione in difesa dell'ultimo polmone verde della città è emersa con forza ieri sera al termine di un'assemblea pubblica che ha radunato intorno allo stesso tavolo associazioni, comitati, ambientalisti e semplici cittadini. Tutti insieme per chiedere al Comune garanzie concrete sulla riqualificazione del Macrico alla luce del dietrofront del Ministero e dell'addio al progetto che avrebbe dovuto essere realizzato in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. «Nel corso di un incontro tenuto di recente con il sindaco Nicodemo Petteruti - spiega Michele Miccolo - è emerso che l'ultima chance è rappresentata dall'erogazione da parte della Regione Campania dei fondi Fas (fondi aree sottoutilizzate già assegnati ma non ancora erogati), gli unici a poter essere impiegati per l'esproprio dell'area, di proprietà dell'Istituto diocesano di sostentamento clero. Solo se queste risorse verranno sbloccate in tempi brevi (il termine ultimo previsto è il 31 marzo) il Macrico potrà avere un futuro». Si tratta di un importo di circa quaranta milioni di euro al quale vanno aggiunti trenta milioni di fondi Por, dieci milioni di euro a carico della Provincia e otto milioni di fondi comunali. «Una somma notevole - fa notare Maria Carmela Caiola - che consentirebbe di acquisire l'intera superficie, bonificarla, recuperare le strutture esistenti e realizzare un vero e proprio Parco urbano». «A patto naturalmente - gli fa eco Pietro Sebastianelli - che l'Ente si decida a modificare, con una variante al Prg, la destinazione urbanistica dell'area per trasformarla in una zona F2 e quindi non edificabile». Da qui la proposta di un consiglio comunale aperto interamente dedicato alla vicenda Macrico. Ma non solo. L'attenzione del comitato in queste ore è rivolta anche alle attività della Sovrintendenza. Si spera infatti che estenda il vincolo, attualmente posto soltanto sul versante che lambisce l'ex caserma Sacchi, a tutta l'area per superare definitivamente il problema della destinazione urbanistica.

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