Sono Cinque i collaboratori di giustizia che parlano dei rapporti del politico con la camorra Un pentito: «Sugli appalti per i rifiuti mi dìsse che rispondeva solo ai Casalesi»

Alla Camera la richiesta d'arresto per Cosentino

Secondo l'accusa il coordinato- re regionale Pdl della Canipania e sottosegretario all'Economia avrebbe contatti con il dan dei casalesL La richiesta per una misura cautelare starebbe per arrivare a Montecitorio.
10 novembre 2009 - Alessandro Milita e Giuseppe Narducci
Fonte: L'Unità

Fateci arrestare Nicola o mericano La richiesta del gip napoletano Raffaele Piccirifio, inoltrata al Presidente della Camera Gianfranco Fini, rappresenta con ogni probabilità la pietra tombale sulle aspirazioni di Nicola Cosentino, sottosegretario all'liconontia con delega al Tesoro, coordinatore campano del Pdl e candidato in pectore del centrodestra alla presidenza della Regione Campania. Concorso esterno in associazione mafiosa: secondo i pm della Procura antimafla di Napoli. Il politico di Casal di Principe avrebbe avuto, dagli esordi nel Psdi a metà anni Ottanta e fino ai giorni nostri, rapporti organici con i dan casalesi di Francesco Schiavone, alias Sandokan , e di Ciccio Bidognetti, il famigerato Cicciotto e mezzanotte, favorendoli nella corsa a importanti appalti pubblici (soprattutto nel settore dei rifiuti) e giovandosi del loro appoggio per gli affari di famiglia, tutti ruotanti intorno all'Aversana Petroli, azienda di commercializzazione di combustibifi per autotrazione gestita dai numerosi - fratelli del leader del Pdl.
UN SOLO INDAGATO
Stando a quanto è trapelato tra le fitrissime maglie del segreto istruttorio, l'inchiesta che ha portato alla richiesta di misura cautelare avrebbe I pm: scambio di favori Per l'accusa c'è stato «concorso esterno in associazione mafiosa» un solo indagato: il numero uno del centrodestra in Campania, l'uomo che dopo esersi impadronito di For za Italia in virtù di un rapporto privilegiato e diretto con Silvio Berlusconi, ha allungato le mani anche sul nuovo partito, stabilendo un asse di ferro con Nicola Laridolfi, altro casertano, di estrazione An. Le altre sette posizioni sono state stralciate: sarebbero funzionari e dirigenti dello Stato e politici, a carico dei quali i pm antimafia hanno richiesto l'arresto al Gip Piccirillo.
Cinque i pentiti che parlano dei rapporti tra Cosentino e le organiizzazioni criminali di Casal di Principe. Il primo è Dario De Simone, killer di fiducia di Bidognetti, che ai magistrati confessa: «Egli stesso (Cosentino, ndr) esplicitamente ci aveva detto di essere a nostra disposizione». E poi il turno di Domenico Frascogna, uomo di fiducia di Sandokan, che rivela l'irisospettabile ruolo di postino svolto da Cosentino per recapitare pizzini al boss latitante. Carmine Schiavone, cugino del padrino e primo, storico, pentito della mafia casalese, ricostruisce invece i primi passi in politica del sottosegretario, indicaridolo come candidato della famiglia alle elezioni c munali di Casal di Principe e alle provinciali. Tuttavia questa è preistoria: De Simone, Prascogna e Schiavone raccontano fatti che si fermano agli inizi degli anni Novanta.
L'indagine da cui è scaturita la richiesta d'arresto, invece, combina dichiarazioni dei pentiti di ultima generazione con gli affari sospetti delle società della famiglia del sottosegretario. Tra febbraio e ottobre 2008, infatti, su Cosentino riprende la cantata dei collaboratori. Il fuoco di fila delle accuse riparte da Michele Froncillo, che parla di contatti tra i Casalesi e Cosentino (ma anche altri politici, di destra e di sinistra) «finalizzati a vincere le gare di importanti opere pubbliche». Ma i segreti più scottanti sono queffi che i pubblici ministeri dell'antimafia raccolgono da Gaetano Vassallo, già ministro dei rifiuti dei dan casalesi, l'uomo che, in un venteimio di sversamenti illegali di rifiuti tossici, ha avvelenato le campagne a ridosso tra le province di Napoli e Caserta. Vassallo ricostruisce il ruolo avuto da Cosentino nel consorzio Eco4 di Caserta, gestito dai frateffi Michele e Sergio Orsi. E, in un interrogatorio di un anno fa, raccontando di un incontro a casa del sottosegretario, rivela: «Sugli appalti per i rifiuti Cosentino mi disse che rispondeva solo ai Casalesi».

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