Ordine d'arresto per Cosentino I legali: «Si gioca al massacro»

Concorso esterno in associazione mafiosa, inviati gli atti alla Camera Nuova richiesta di interrogatorio presentata dai difensori a Lepore
10 novembre 2009 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Il gip Raffaele Piccirillo scioglie la riserva sulla richiesta di arresto avanzata dalla Procura per il sottosegretario Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e manda le carte a Roma. In queste ore la richiesta di autorizzazione a notificare il provvedimento restrittivo arriverà al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che la inoltrerà alla giunta per le autorizzazioni a procedere. Finisce dunque il tormentone sul parlamentare del Pdl, accusato di avere sostenuto il dan dei casalesi (addirittura facendo da postino, negli anni Novanta, per conto di un Sandokan allora latitante) e di aver avuto un ruolo nel traffico di rifiuti che ha avvelenato il Casertano. Il futuro politico di Cosentino, che sarebbe dovuto essere il candidato del Pdl alla Regione, appare estremamente incerto. Il sottosegretario all'Economia non esclude le dimissioni, mentre circola il nome del senatore ed ex magistrato Pasquale Giuliano come nuovo candidato del centro destra a Palazzo Santa Lucia.
Ieri, intanto, l'avvocato Stefano Montone, che assieme al collega Agostino De Caro assiste il sottosegretario, ha depositato direttamente nella segreteria del procuratore Lepore una nuova richiesta di interrogatorio per Cosentino. E un documento dai toni piuttosto duri nei confronti della Procura, accusata di autorizzare implicitamente «un incivile gioco al massacro». Cosentino, sottolineano i suoi legali, per un anno, nonostante le ripetute richieste, non ha avuto l'opportunità di fornire la sua versione dei fatti: «A seguito dell'incredibile pubblicazione sul settimanale L'Espresso, nell'ottobre del 2008, di stralci di dichiarazioni accusatorie rese da alcuni collaboratori di giustizia nei confronti di Cosentino - è scritto nella richiesta indirizzata a Lepore - gli scriventi difensori depositavano presso la sua segreteria richiesta di presentazione per dichiarazioni spontanee e/o di interrogatorio, sul presupposto che fosse interesse comune anche al suo ufficio, che certo non poteva e non doveva ignorare la circostanza di quella pubblicazione, chiarire nel pi breve tempo possibile ogni inmcertezza ed acquisire le necessarie informazioni». Il 12 novembre successivo, gli avvocati hanno depositato «ampie note, con corposo compendio di corredo, con le quali, affrontando i temi di accusa per come ricavabili dai giornali, Cosentino respingeva ogi addebito. Nelle settimane e nei mesi successivi - è scritto ancora nel documento - i difensori avevano modo di incontrare pi volte il procuratore aggiunto specificamente delegato alla trattazione della materia sollecitando reiteratamente lo svolgimento di interrogatorio a chiarimenti. Tuttavia, i suddetti incontri si risolvevano in colloqui interlocutori, nei  quali veniva unicamente riferito deila inutilità, allo stato, di interrogare Cosentino, anche in ragione della non completa effettuazione delle verifiche di riscontro sulla documentazione difensiva prodotta nel suo interesse e dell'incertezza sulla veste in cui eventualmente addivenire all'espletamento dell'incombente richiesto». Nelle scorse settimane l'argomento e di nuovo stato affrontato dai media con considerevole risalto: «Appare singolare e grottesco scrivono De Caro e Montone che tutti, ma proprio tutti, abbiano contezza di quanto accade all'interno degli uffici giudiziari, così da consentire la formulazione nei confronti di Cosentino delle pi aggressive accuse, mentre all'interessato non è dato conoscere ufficialmente ne l'esistenza del procedimento nè il tenore della contestazione nè il contenuto fattuale degli addebiti, senza dunque fornirgli la possibilità di procedere ad alcuna discolpa. Tale situazione, che di processuale ha ormai poco, avvilisce i diritti di cittadino del nostro rappresentato. Che, come ha fatto sinora, quantunque gravato da voci e sospetti da cui pure il suo ufficio dovrebbe proteggere ogni cittadino as - sumendo tempestive ed adeguate iniziative, la cui mancanza di contro legittima ed autorizza un incivile gioco al massacro, insiste per il riconoscimento di spazi ordinari e minimi di esercizio dei propri diritti».

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