Energia, i sindacati difendono il pubblico
Programmazione e pianificazione degli interventi. Una regia pubblica che indica i percorsi da seguire. I sindacati rilanciano la necessità di una discussione per definire le linee guida della gestione dei servizi fondamentali, dall'energia ai rifiuti ed alle acque. Gli ultimi avvenimenti, con l'inchiesta sull'eolico, il ritorno d'attualità del progetto per una centrale termoelettrica nel comune di Flumeri, le discussioni per il coinvolgimento dei privati nella gestione del ciclo dei rifiuti in provincia, hanno evidenziato la necessità di definire una strategia comune. Le organizzazioni di categoria spingono per l'adozione di un piano energetico provinciale, sottolineano la necessità di un soggetto gestore interamente pubblico per il comparto rifiuti. Partite apparentemente diverse, collegate dal filo conduttore di un'amministrazione ottimale dei servizi pubblici fondamentali, che tuteli l'ambiente, il rapporto con i cittadini ed i lavoratori. Il percorso è stato avviato con il tavolo anticrisi su «Energia e rifiuti», la cui azione i sindacati intendono portare avanti e rilanciare per definire in tempi brevi le linee guida da seguire. Le discussioni più attuali riguardano energia e rifiuti. Ma i sindacati sono pronti a rilanciare anche la questione della gestione delle acque. «È necessario - evidenzia il segretario della Cgil Vincenzo Petruzziello - che la provincia si doti al più presto di un piano energetico. Abbiamo la necessità di capire quali sono le fonti cui fare riferimento e, nello stesso tempo, i fabbisogni reali delle comunità e dei nuclei industriali. C'è bisogno di una valutazione sulle produzioni attuali e sulle modalità di utilizzo: abbiamo numerosi insediamenti eolici ma non sappiamo quanta energia producono e per quale fine viene utilizzata. Senza un percorso di programmazione risulta pure più difficile portare avanti battaglie come quella, che condivido, degli amministratori e cittadini ufitani contro la centrale termoelettrica». Petruzziello non manca di intervenire sulla questione del rapporto tra i privati e l'amministrazione di servizi fondamentali. «Affidare un bene pubblico ai privati - aggiunge - significa dover garantire giocoforza un guadagno. Senza offrire le giuste garanzie dal punto di vista occupazionale. Una buona gestione da parte del pubblico garantisce oltretutto anche una razionalizzazione delle risorse». Sul coinvolgimento dei privati nella partita dei rifiuti dice la propria il segretario della Uil Franco De Feo. «Una società interamente pubblica - spiega - rappresenta l'unica garanzia per la salvaguardia dei rapporti con i cittadini, attraverso un servizio di qualità a costi contenuti, e della continuità occupazionale. È l'unico modo per assicurare una tutela sotto ogni punto di vista. Nelle società private dove il sindacato non è intervenuto, tra l'altro, si continuano a riscontrare problematiche nell'applicazione dei contratti di lavoro». Per questo, le organizzazioni di categoria hanno proposto, unitariamente, un protocollo di intesa da sottoscrivere con l'amministrazione provinciale per l'avvio della nuova gestione del ciclo integrato dei rifiuti su base provinciale. «Un documento - aggiunge De Feo - che poggia le basi su quattro punti: ente gestore interamente pubblico, salvaguardia di tutti i livelli occupazionali del comparto, definizione dell'applicazione contrattuale in maniera unitaria e avvio di una concertazione continua per discutere di ogni problematica con le organizzazioni di categoria". "Lavoriamo - concludono i sindacati - per l'organizzazione di un modello che garantisca un servizio ottimale ed a costi contenuti, che tuteli i lavoratori ed i cittadini. Non certo per conservare privilegi"