LO SCANDALO DELLA BONIFICA DELLA DISCARICA DI SAN TAMMARO

All’incasso con le delibere in fotocopia, 5 condanne

7 novembre 2009 - Biagio Salvati
Fonte: Il Mattino Caserta

Cinque condanne per quasi 23 anni complessivi di reclusione e sei prescrizioni, tra cui quella di Raffaele Scala, ex sindaco di San Tammaro: il processo denominato «Geva», dal nome di una società di impianti che avrebbe dovuto bonificare la discarica tammarese «Maruzzella» si è concluso ieri davanti ai giudici del collegio B del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a distanza di quasi nove anni dai fatti contestati. Secondo l’accusa, la bonifica della discarica sarebbe stato il pretesto per intascare soldi pubblici che si sarebbero ripartiti alcuni imputati. Le condanne hanno riguardato Rosalba Maione (6 anni); Giuseppe Stellato (6 anni); Giovanni Serinelli (6 anni e sei mesi); Adolfo Maria Serinelli (2 anni, pensa sospesa) e Gennaro Nacca (2 anni pena sospesa). I primi tre interdetti anche dai pubblici uffici e condannati ad una provvisionale di parte civile quantificata in 50 mila euro. Non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, per l’ex sindaco Scala, Antonietta Russo, Angelo Di Monaco, l’ex vicesindaco Emanuele Nespoli, Domenico Vastante e Alessandro De Matteis che rispondevano di falso e abuso d’ufficio. La Maione, dipendente del Comune; Giuseppe Stellato, titolare della Geva; Giovanni Serinelli (compagno della Maione) e il figlio Adolfo Maria Serinelli, rispondevano di peculato, insieme a tre dipendenti comunali già condannati con rito abbreviato. I componenti della giunta furono accusati di aver approvato, nell’estate del 2000, la delibera incriminata e di aver indicato una relazione dell’Utc (mai trovata) che avrebbe attestato la necessità di bonificare tutto il territorio comunale. Dagli atti del processo sarebbe emerso un flusso di danaro (dai 150 milioni fino al miliardo di vecchie lire) transitato sui conti correnti di alcuni impiegati del Comune. Le determine venivano «fotomontate» sulla base di altre già protocollate, per poi essere passate all’incasso. In un altro passaggio dell’inchiesta emege una gara vinta da una società che si sarebbe dovuta occupare del potenziamento della rete idrica: i lavori, però, non sarebbero mai stati eseguiti e la società sarebbe risultata addirittura inesistente. Impegnati, nel collegio difensivo, gli avvocati Raffaele Gaetano Crisileo, Federico Simoncelli, Carlo De Stavola, Renato Jappelli e Vincenzo Alesci.

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