Il rischio è che il terreno argilloso possa cedere I residenti sollecitano la riapertura della statale

Frana, al via i lavori per svuotare l’invaso

A Montaguto si conta di terminare l’opera in una settimana
5 novembre 2009 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Montaguto. Una vera impresa la sistemazione delle condotte per il deflusso dell’acqua che ristagna a quota ottocento. È a buon punto l’istallazione di un sensore sulla montagna in frana ma ora il problema è rappresentato dall’argilla che rischia di muoversi all’improvviso e di vanificare il lavoro portato a termine. In più bisogna fare i conti con i proprietari di alcuni terreni adiacenti al movimento franoso. Il Commissario per l’emergenza frana, Bruno Orrico, intende incontrarli e stipulare un’intesa sull’utilizzo dei terreni. L’incontro è previsto per domani, alla presenza del sindaco di Montaguto, Giuseppe Andreano, e di Greci, Bartolomeo Zoccano. C’è un cauto ottimismo sulla conclusione positiva dell’operazione deflusso, grazie anche alle scarse precipitazioni delle ultime ore: sistemati cinquecento metri di tubazioni sul lato sinistro della frana e poco più sull’altro lato. Completo anche il collegamento a valle col fiume Cervaro, dove l’acqua dovrebbe trovare il suo naturale sbocco. Una volta definita la posizione delle pompe di immersione a monte, si può procedere alla riduzione della pressione dell’acqua sulle sponde dell’invaso naturale. Sarebbe opportuno liberare il lago di almeno diciottomila metri cubi di acqua. Un’operazione non possibile in pochi giorni. C’è , pertanto, chi preme per aspirare dal lago una quantità inferiore d’acqua, in modo da consentire quanto prima l’utilizzo della bretella. L’ultima parola spetta alla Protezione Civile e all’Anas, che finora hanno messo in secondo piano, rispetto alla necessità di garantire la sicurezza nell’area della frana, le legittime pressioni degli automobilisti e dei pendolari per il ripristino dei collegamenti tra l’Arianese e il Foggiano, almeno nelle ore diurne. Per il commissario Orrico è fondamentale, invece, svuotare il lago e capire le cause vere di questo movimento franoso. «Il resto - è la sua tesi - avverrà con più celerità». Si può contare sulle risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Campania: 4 milioni e 800mila euro, di cui una metà già utilizzata per le precedenti emergenze. «Diamo fiducia al commissario Orrico - sostiene il sindaco di Greci, Zoccano -. Quello che si sta facendo va anche in direzione delle richieste avanzate da tempo dalle amministrazioni locali e da alcuni geologi». Intanto si sta esaurendo l’area sulla quale stoccare il terreno scivolato a valle. L’ipotesi di trasferire parte dell’argilla a Difesa Grande ha incontrato qualche settimana fa, in una conferenza di servizi, il consenso dell’amministrazione provinciale di Avellino, della giunta di Ariano Irpino, del Commissario Orrico e dell’Asi-Dev, proprietaria della discarica arianese. Provvedimenti concreti, tuttavia, non sono stati ancora adottati. Il rischio che si corre è quello di avere a che fare, di qui a poco anche, con questa nuova e non semplice emergenza.

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