L’assessore all’Ambiente di Palazzo Caracciolo: «È una grande occasione che non si può perdere»

«Un patto per gestire i rifiuti»

Gambacorta: la sfida per il pubblico
5 novembre 2009 - Generoso Picone
Fonte: Il Mattino Avelino

«È una sfida da accettare», dice Domenico Gambacorta, l’assessore provinciale all’Ambiente, con poteri commissariali specifici, quando parla della società pubblica che nei suoi intenti dovrà gestire il ciclo integrato dei rifiuti. «Una sfida per la politica, per le amministrazioni, per le organizzazioni sindacali, per l’intera Irpinia. - spiega - E non vorrei ridurla a una disputa, pur legittima, tra un assessore e un altro o alla polemica del momento con il presidente degli industriali. Dico che si tratta di definire un patto che metta insieme gli interessi generali e produca una risposta qualificata di fronte a una domanda di modernità». Anche se posta in questa termini, la questione comunque rimane. Resta in piedi il dibattito tra chi vuole che di rifiuti si occupi la parte pubblica, mantenendo guida e controlli del ciclo, e chi invece chiede l’apertura a meccanismi in grado di far partecipare gli imprenditori privati. Una discussione che attraversa verticalmente la giunta e il consiglio di Palazzo Caracciolo, con Gambacorta, buona parte della maggioranza e l’opposizione che puntano a una società pubblica e il vicepresidente Giuseppe De Mita con l’Udc a pendere per una presenza dei privati. Fuori, con la linea Gambacorta i sindacati, con l’opzione De Mita gli industriali. Per domani è fissata una riunione di magggioranza di centrodestra con il presidente Cosimo Sibilia. Potrebbe non essere decisiva, ma l’impegno è far presto. «Non è una decisione epocale e mi pare che le divergenze sono più di metodo che sostanziali», dice Domenico Gambacorta: «Tra tre anni potremo riesaminare la situazione e forse pure agli imprenditori privati potrebbe tornare utile un periodo di sperimentazione». Non epocale, certo, però quando se ne parla si tirano in ballo pregiudizi ideologici, stereopiti meridionali, feticci intoccabili. Risponde l’assessore: «Tutti d’accordo su un punto: la società pubblica dovrà avere conti economici in utile, non dovrà gonfiare i propri organici, dovrò saper valutare la qualità dei collaboratori e degli impianti a cui affidarsi: dovrà avere anche il coraggio di tagliare o ridurre le spese laddove se ne prensenterà il bisogno. Non mi sta bene l’equazione che vuole efficienza uguale a privato e inefficienza sinonimo di pubbblico. Penso invece alla discussione che in Puglia il presidente della Regione, Nichi Vendola, sta sviluppando sulla gestione pubblica dell’acqua e cito le posizioni che sta assumendo l’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Riccardo Realfonzo, sullo stesso argomento in Campania. Sono due esponenti politici di segno decisamente diverso dal mio, ma non si tratta di coincidenze casuali. Dicono, invece, che anche culturalmente si sta recuperando il significato di una economia sociale in grado di guardare al mercato». In questo confronto c’è un non detto che vale la pena di esporre con chiarezza. I fautori del pubblico hanno timore che nel cavallo di Troia del privato entrino imprenditori in odor di camorra o più precisamente manager del malaffare; i portavoce del privato sottolineano il rischio di un ulteriore carrozzone clientelare destinato a gonfiarsi per poi esplodere ai danni dell’utente. «Sono argomenti che non mi sfuggono. - dice Gambacorta - E proprio considerando la loro portata mi sento di proporre un grande patto da tutti sottoscritto per non arrivare a tanto. La gestione pubblica, il controllo puntuale e meticoloso del consiglio provinciale mi pare la garanzia migliore per impianti realizzati con fondi comunitari e regionali che ora saranno trasferiti alla società e che avranno bisogno di interventi di riqualificazione per poter razionalizzare il ciclo e fare in modo che in discarica arrivi la minor quantità possibile di rifiuti. Il controllo pubblico, direi politico, assicura una maggiore tranquillità alle popolazioni, ai livelli occupazionali che in tempo di crisi rimandano a un impegno obbligato. Non sempre ciò avviene con i privati. I quali, e lo ribadisco, non saranno esclusi ma potranno inserirsi nel settore ancora sgombero delle lavorazioni del vetro, della carta, dei materiali da riciclare. Da commissario avrei potuto chiudere subito la partita. Invece sono convinto che si debba avere la più ampia e aperta discussione. Ma ricordiamoci che il nostro obiettivo resta il cittadino».

Powered by PhPeace 2.6.4