Rifiuti, la Provincia non chiude ai privati
Affidare la gestione ad una società a capitale prevalentemente pubblico. Senza escludere l'apertura, in una seconda fase, alla componente privata. È questa l'ipotesi attorno alla quale costruire il nuovo soggetto gestore del comparto rifiuti in provincia. Le diverse posizioni e valutazioni maturate nell'esecutivo e, più in generale, nel gruppo di maggioranza dell'amministrazione provinciale, sull'opportunità dell'ingresso di soci privati nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, sembrano giunte ad una sintesi. Una prospettiva - cui si è arrivati al termine di un nuovo vertice tra il presidente Cosimo Sibilia, l'assessore delegato Domenico Gambacorta ed i capigruppo di maggioranza - ancora tutta da realizzare. «In questa fase - evidenzia il vice Presidente Giuseppe De Mita - non serve fare riflessioni in termini astratti. Bisogna costruire un ragionamento per arrivare ad una soluzione utile al caso specifico. La posizione dell'Amministrazione provinciale sarà assolutamente unitaria». L'esponente dell'Udc mostra apprezzamento per l'ipotesi di affidare la gestione ad una holding, come pure sulla scelta di Gambacorta - «dimostrazione di come l'assessore si stia muovendo con intelligenza e prudenza» - di aprire la discussione alle parti sociali ed all'opinione pubblica in generale. Ma non nasconde di avere una posizione diversa rispetto all'opportunità di coinvolgere i privati nella gestione. «Da tempo - continua - come Udc evidenziamo l'utilità di una forma di liberalizzazione nei servizi pubblici. La presenza dei privati può rappresentare una leva virtuosa, soprattutto per ciò che concerne uno sviluppo economico ed occupazionale. Per questo non escludiamo il coinvolgimento di eventuali soci fuori da linee d'ombra. Tutti vogliamo un modello che garantisca la legalità ma anzitutto l'efficienza». Dopo 15 anni di gestione emergenziale è tempo di voltare pagina e di aprire un nuovo capitolo per ciò che concerne la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. La Provincia intende partire con il piede giusto e provare ad evitare errori. «Stiamo operando - continua De Mita - una progressione per esclusione. Scartata l'ipotesi dell'affidamento diretto del servizio a una società interamente privata, restano due opportunità che stiamo vagliando con attenzione. Dobbiamo fare i conti con un vincolo normativo che rende residuali le società operanti tramite affidamento in house, subordinandone l'attuazione al parere dell'authority della concorrenza. Non ci sono certezze nemmeno sull'emanazione di un decreto (annunciato) del Governo per agire in deroga negli interventi inerenti il settore dei rifiuti in Campania. Non escludiamo, per questo, l'affidamento in house: una società interamente pubblica implica, però, un salto di qualità rispetto agli esempi registrati in passato soprattutto in Campania e nel meridione». Se da un lato, dunque, si sostiene che l'eventuale apertura ai privati potrebbe comportare il dialogo con interlocutori che non sono estranei al cono d'ombra delle infiltrazioni malavitose, De Mita evidenzia la scarsa efficienza caratterizzante le società pubbliche operanti soprattutto nel sud del paese. «Ma siamo di fronte - conclude - a ragionamenti astratti, valutazioni che rischiano di essere tutte vere o tutte false. E' dunque auspicabile costruire un modello utile al caso specifico guardando sì alla legalità - tutti vogliamo evitare salti nel buio - ma anzitutto all'efficienza». La sintesi potrebbe arrivare proprio sull'ipotesi maturata nell'ultimo vertice con i capigruppo di maggioranza.