Gaiola, spiaggia-discarica «Salvate l’area protetta»
Da due mesi è ferma la raccolta dei rifiuti, ed è di nuovo emergenza alla Gaiola. Scatta un nuovo allarme dopo la stagione estiva per il Parco sommerso dell’area marina protetta sulla costa di Posillipo che va dal Borgo di Marechiaro alla Baia di Trentaremi. Ancora una volta è il porticciolo di cala San Basilio, a ritrovarsi ridotto ad una discarica. «Da fine agosto, senza preavviso, il Comune ha smesso di inviare lo spazzamare per recuperare i rifiuti prodotti dell'attività di balneazione estiva sulle spiagge e scogliere demaniali del Parco. Tamponiamo con l’opera dei volontari e dei gestori del chiosco del Parco stesso, che si prendono cura di raccogliere, imbustare e stoccare nei big bags il materiale di risulta, in attesa del prelievo settimanale dello spazzamare che non arriva più», è il grido d’accusa di Maurizio Simeone, responsabile del centro visite dell’area marina e presidente del Centro studi interdisciplinari della Gaiola. Sullo stato di abbandono dell’area sono stati informati anche il sindaco, la Capitaneria di porto, l’Asl, la prima municipalità e la Protezione civile. «Ma si continua ad assistere ad un rimpallo di competenze tra Comune, Autorità portuale e Asìa. Esisterebbe un accordo tra Comune e Autorità portuale secondo il quale l’are marina protetta non rientrerebbe nella sfera di competenza di quest’ultima, mentre dal Servizio risorsa mare viene sostenuto invece il contrario. Di qui, dunque, un appello: vogliamo sapere chi ha la responsabilità di far prelevare i rifiuti in questo sito», incalza Simeone, mentre nel frattempo la catasta di materiali abbandonati ha invaso la Gaiola. Insomma, senza lo spazzamare, resta sempre più a rischio il Parco marino gestito dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei. «Lo stop improvviso negli ultimi sessanta giorni della raccolta settimanale da parte dello spazzamare - prosegue Simeone - ha fatto accumulare enormi quantità di rifiuti che macerano sotto il sole provocando un lezzo insopportabile, attirando ratti, e rilasciando percolato che finisce in mare. Il che - continua il ricercatore - oltre a rappresentare una vera indecenza nei confronti di cittadini, turisti e scolaresche che quotidianamente si recano a visitare il Parco per ammirarne l’enorme patrimonio naturalistico e storico-archeologico, è divenuta una vera e propria emergenza igienico-sanitario-ambientale. Ogni altro ritardo è grave. E siamo in attesa di uno spiraglio risolutivo sulla delicata questione della bonifica della spiaggia di Trentaremi». Inutili sembrano apparsi i solleciti inoltrati agli assessorati all’Ambiente e all’Igiene. «L’assessore all’Igiene ha dichiarato la disponibilità, da parte dell’Asìa, di smaltire i rifiuti se trasportati in un luogo accessibile ai loro automezzi», precisa Simeone, che conclude: «Ad agosto il responsabile del Servizio risorsa mare del Comune ha dichiarato che è «opinabile» che la competenza per la rimozione dei rifiuti alla Gaiola sia da far ricadere sul suddetto servizio comunale. Insomma, ancora una volta gli sforzi messi in campo dall’Area marina protetta per la valorizzazione del sito, vengono sviliti dai soliti balletti di competenze».