Incendiata una montagna di pneumatici sull’autostrada rallentamenti per il fumo Legambiente: sfuggono anche ai satelliti

Roghi di copertoni e scorie in manette la banda dei rom

Veleni nella «terra dei fuochi», c’è la mano dei clan
31 ottobre 2009 - Marco Di Caterino
Fonte: Il Mattino

Afragola. Tutti i giorni caricavano e trasportavano in aperta campagna decine di tonnellate di rifiuti e veleni di ogni genere. Tutte le notti appiccavano le fiamme ai rifiuti, avvelenando così l’aria a mezzo milione di persone che abitano nella territorio della provincia di Napoli, da Giugliano ad Acerra e fino ad Afragola a Casoria. E in questa «terra dei fuochi tossici», i carabinieri della compagnia di Casoria, diretta dal maggiore Paolo Cambieri, hanno arrestato sedici cittadini rumeni, tutti provenienti dallo stesso campo rom. Gli arrestati avevano appena innescato le fiamme a una vera e propria montagna formata da migliaia di pneumatici, quintali di cavi della corrente elettrica, centinaia di carcasse di elettrodomestici e computer e onduline di amianto. La fornace a cielo aperto è stata individuata a poche centinaia di metri dall’accampamento dei rom arrestati, in località contrada Salice, alla periferia di Afragola e a pochissimi metri di distanza da decine di abitazioni e dall’autostrada Napoli-Roma, la cui carreggiata per un paio d’ore è stata invasa dal fumo nero e denso dell’incendio che ha provocato un pericoloso rallentamento del traffico per scarsa visibilità. Le fiamme sono state poi spente a fatica da diverse squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale di Napoli, che hanno evitato così un disastro ecologico di enorme proporzione. Sul posto, sono intervenuti i tecnici dell’Aparc e dell’Asl Na2 nord, che hanno effettuato i primi rilievi su aria e suolo; tutta l’area è stata posta sotto sequestro. I rom accusati di concorso in trasporto, sversamento, incendio di rifiuti speciali pericolosi e inquinamento dell’atmosfera e del suolo, sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale. Gli investigatori sono sicuri che operava una vera e propria organizzazione criminale composta da due livelli. In quello più basso i rom, a cui toccava il lavoro sporco. Al vertice, elementi legati alla camorra e per questo in grado di accaparrarsi a prezzi stracciati le tonnellate di veleni. In effetti smaltire illegalmente i pneumatici costa meno della metà di quanto si deve sborsare se ci si affida alle ditte autorizzate. «I costi bassi ne fanno una pratica interessante per i gommisti disonesti, mentre per i gruppi criminali il rogo non è che un’occasione per smaltire i rifiuti tossici e occultarne allo stesso tempo la provenienza», denuncia Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente. In entrambi casi il ritiro è al domicilio, ma il costo maggiore viene destinato alla distruzione. Se non sono i rom a ritirare i copertoni, lo smaltimento nei loro campi costa dai venti ai trenta euro per ogni carico. Un ticket di ingresso, insomma. «Siamo entrati nella terza fase dello smaltimento illegale dei rifiuti- continua Del Giudice - Il fenomeno è esploso quando la criminali organizzata ha deciso di abbandonare il trasporto sui tir e di smaltire i rifiuti tossico nocivi incendiandoli assieme ai copertoni». In pratica, i grossi carichi arrivano in Campania sui grossi mezzi, ma poi vengono parcellizzati e trasportati nelle discariche abusive a bordo di furgoni. «In questo modo sfuggono anche ai controlli satellitari e perciò Legambiente ha chiesto al governo di attuare l’operazione Primavera: con i militari in strada anziché in discarica», dice Del Giudice.

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