Dall’assessore Gabriele l’appello al governo «Serve un patto bipartisan per salvare gli addetti»

Bonifiche, rescisso il contratto con Jacorossi

Vertice in Prefettura: linea dura del commissariato. Rischio licenziamento per 360 lavoratori
31 ottobre 2009 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Rescisso il contratto con la Jacorossi, la società incaricata di eseguire le bonifiche tra Napoli e Caserta finita al centro di un’inchiesta della Procura. La svolta è arrivata ieri nel corso di un vertice in Prefettura: il commissario alle bonifiche Massimo Menegozzo ha comunicato ai rappresentanti del gruppo imprenditoriale la rottura del rapporto di collaborazione, con decorrenza immediata. Iniziativa possibile in virtù dell’articolo 27 della convenzione tra le parti: alla base della scelta la sostanziale inadempienza contrattuale della Jacorossi e la minaccia della società di un’ulteriore richiesta di risarcimento danni nei confronti del commissariato. Ma l’azienda leader in Europa in materia di riqualificazione ambientale non ci sta e prepara le contromosse. In serata il Consiglio d’amministrazione si è infatti riunito per decidere sul da farsi. Uno dei nodi cruciali riguarda il futuro dei circa 360 lavoratori: il gruppo imprenditoriale non esclude il licenziamento collettivo, mentre le istituzioni locali si mobilitano per evitarlo. «Con la rescissione del contratto non si può accedere all’istituto della cassa integrazione - spiega l’assessore regionale Corrado Gabriele - L’unica possibilità, da questo punto di vista, sarebbe ottenerla in deroga su richiesta dei sindacati. Ma la procedura è molto più complessa e serve il via libera del ministero del Welfare». Come fare, allora? Una delle ipotesi al vaglio è l’eventuale assorbimento dei lavoratori licenziati da parte dell’azienda che subentrerà alla Jacorossi. «Ci impegneremo per salvare tutti i dipendenti - assicura Gabriele - Ogni giorno si perdono già 300 posti nel comparto privato, non possiamo permetterci altre crisi. Avevo sollevato il problema già tre anni fa ma non sono stato ascoltato. La rescissione avrebbe dovuto essere effettuata molto prima». Stamane in Prefettura è previsto un nuovo vertice che si preannuncia determinante. Durante l’incontro si discuterà, inoltre, delle modalità per portare avanti le bonifiche. Anche qui le opzioni sono due: avviare un’altra gara per la scelta di un soggetto privato che si faccia carico degli interventi di risanamento ambientale oppure procedere con l’affidamento diretto a un gruppo pubblico. Una strada, quest’ultima, che piace alla Regione: «Si tratta certamente dell’ipotesi più veloce che consentirebbe di evitare problemi burocratici e ulteriori ritardi» chiarisce infatti l’assessore. Ogni soluzione, però, dovrà essere trovata di comune accordo con il governo: dal tavolo in Prefettura è partita, a tal proposito, la richiesta di un incontro a Roma con il dipartimento della Protezione civile, il ministero del Lavoro e la presidenza del Consiglio per sbloccare l’impasse. Sullo sfondo l’inchiesta della Procura che ha accelerato la rottura del rapporto di collaborazione tra il commissariato alle bonifiche e il gruppo imprenditoriale. Tra gli indagati, nove in tutto, figurano anche il governatore Antonio Bassolino e il prefetto Alessandro Pansa: entrambi hanno ricoperto l’incarico di commissario all’emergenza rifiuti. I pm Ettore La Ragione e Henry John Woodcock, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, puntano a far luce su un «atto integrativo» firmato nel 2007, una sorta di contratto che avrebbe finito - è questa l’accusa - per favorire la Jacorossi. Si sta inoltre cercando di fare chiarezza sul «tesoro» di 180 milioni di euro che sarebbero serviti a sostenere lavoratori socialmente utili e a mettere in moto la macchina delle commesse pubbliche.

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