Colpo di scena nella vicenda della centrale a turbogas da 400 megawatt prevista a Ponte Valentino

Progetto incompleto, stop alla Luminosa

Il ministero ai Beni culturali: l’ok dato con un vincolo non rispettato
Fonte: Il Mattino Benevento

La Valutazione di Impatto ambientale per la realizzazione della centrale a turbogas Luminosa a Ponte Valentino sarebbe stata concessa su progetti incompleti. È, questa, la clamorosa notizia che si ricava da alcune “precisazioni” che il Ministero per i Beni e le attività culturali ha fatto pervenire ufficialmente al Ministero per lo Sviluppo Economico dopo la Conferenza di Servizi del 21 settembre scorso, indetta per pronunciarsi sulla realizzazione dell’impianto da circa 400 mw. La valutazione di impatto ambientale era stata infatti concessa con una prescrizione, con il vincolo che la centrale Luminosa avrebbe dovuto osservare. Poiché, già oggi l’aria di Benevento presenta parametri d’inquinamento fuori norma, il carico supplementare creato dall’impianto Luminosa sarebbe stato intollerabile: da qui la prescrizione della VIA secondo la quale il carico inquinante della centrale poteva essere ammesso solo a patto che le numerose Aziende dello stesso agglomerato industriale di Ponte Valentino avrebbero acconsentito a ricevere proprio da Luminosa il calore che la centrale avrebbe prodotto. In tal modo, non dovendo acquistare energia all’esterno, le Aziende annullerebbero il contributo che ciascuna di loro reca all’inquinamento complessivo della città. Luminosa, però, ed è questo quello che pare emergere dal documento del Ministero per i Beni culturali, non avrebbe presentato alla Conferenza di Servizi, il progetto o l’integrazione di progetto relativo agli impianti (in sostanza, ai tubi) che dovrebbero portare presso ciascuna Azienda il calore prodotto dalla centrale. Dunque, se ne dedurrebbe – o almeno questo ne deduce il Ministero per i Beni culturali - che nelle Conferenze di Servizio si discute su di un progetto incompleto e la stessa prescrizione VIA non sarebbe stata onorata. Questo, a dire il vero, è anche uno dei rilievi, forse il più pregnante, da sempre mosso da Altrabenevento sin dallo scorso febbraio (a luglio c’è stata persino una diffida), rilievo condiviso dieci giorni fa pure da Provincia e Comune capoluogo. Questo il testo delle precisazioni del Ministero: «Il rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali afferma che le questioni finora evidenziate relative alla realizzazione di ulteriori opere connesse alla eventuale fornitura di calore (impianti di cogenerazione) a terzi esulano dalle opere prese in esame durante l’istruttoria condotta dal proprio dicastero. Gli unici vincoli esistenti all’epoca in cui è stata condotta l’istruttoria e segnalati dalla competenti Soprintendenze di settore, in un’area a sviluppo industriale (ASI), sono quelle di tipo archeologico, per i quali le prescrizioni poste nel decreto VIA, rinviano ad indagini più approfondite in fase esecutiva e realizzativi, e quelle di tipo paesaggistico relativo alla fascia compresa entro i 150 mt. (art. 42 lett. c) del D.Lgs. n. 42/2004) dalle sponde del fiume Calore; tale fascia non è interessata dalla realizzazione dei volumi della centrale, ma da interventi di riqualificazione ambientale da connettere a quelli relativi alla valorizzazione delel sponde fluviali (area verde-parco fluviale) da sottoporre a cura della Società, in fase di progettazione esecutiva, all’approvazione della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio».

Powered by PhPeace 2.7.16