Via ai lavori urgenti per sistemare la frana
Montaguto. Resta chiusa la bretella al km 43 della statale 90 delle Puglie in prossimità della frana di Montaguto. Per almeno qualche altro giorno. Certo, non c'è più il fiume di fango tracimato dal lago che si è formato a circa 800 metri di altezza, a località a Vallone San Martino; ma ci sono le conseguenze di quanto accaduto tra sabato e domenica mattina. Con urgenza c'è da rimuovere altro terreno, da rifare la carreggiata e risistemare l'area circostante, anche con una nuova segnaletica verticale ed orizzontale. La circolazione automobilistica è dirottata nel frattempo sulla strada di Ciccotonno, mentre i compattatori diretti a Pustarza percorrono la strada provinciale 10, dal bivio di Villanova del Battista. La frana finora non ha mostrato segni di ripresa. Anzi, come sostiene l'ingegnere Bruno Orrico, commissario per l'emergenza frana che nel pomeriggio, assieme ai tecnici della Protezione Civile e dell'Anas, ha effettuato un sopralluogo nell'area del movimento franoso «grazie alle opere realizzate (il terrazzamento del terreno a valle) è stato possibile contenere i danni in occasione di quest'ultima colata di acqua e fango. Adesso - riprende l'ingegnere Orrico - non mi spaventa più la frana, anche perchè sappiamo esattamente cosa fare». In pratica è già partita la cosiddetta "fase due". Entro la giornata di oggi saranno consegnati i lavori all'impresa Pancione di San Martino Valle Caudina per i nuovi lavori che si concentreranno essenzialmente nell'eliminazione dell'acqua dal lago sovrastante, l'incanalamento delle sorgenti situate a monte e la messa in sicurezza del versante a valle per circa 400 mila metri cubi. Si tratta di un lavoro notevole, che richiede molta perizia e naturalmente la clemenza del tempo. L'ingegnere Orrico sostiene che la strada intrapresa è quella che deve risolvere, dopo circa quattro secoli, il problema della frana di Montaguto. «Noi dobbiamo capire le cause - sostiene - di questo imponente movimento franoso. Cominciamo rendendo sicuri i versanti della montagna, gradonandoli e sistemandoli. In parallelo dobbiamo innanzitutto deprimere il livello di acqua del lago, riportandolo alla quantità del luglio scorso. In questo modo non c'è più la spinta dell'acqua sul terreno e la possibile tracimazione del lago. Lo svuotiamo anche per verificare i tempi di ricarica. Per questa operazione intendiamo avvalerci di sistemi moderni, di elicotteri, di pompe di sollevamento e di tubazioni per circa un chilometro che siano capaci di portare l'acqua verso il fiume Cervaro». Anche la falda a valle, che è copiosa, va aggredita e incanalata. «Questa operazione - spiega Orrico - ci consente di poter stoccare il terreno in parte nelle adiacenze della linea ferroviaria e in parte a Difesa Grande. Attualmente abbiamo avuto un finanziamento di 4 milioni e 800 mila euro, di cui la metà è impegnata per lavori già fatti, la restante somma per fare i nuovi lavori che risultano altrettanto urgenti per la stabilizzazione del versante. Ci servono poi altri 14 milioni di euro per risolvere tutto il movimento franoso e rifare il vecchio tracciato della statale 90».