Cantieri fermi e contenziosi il bluff dei lavori infiniti
Dovrebbe prelevare 350mila tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi: fino alla fine di settembre, però, la Jacorossi ne ha portati via solo 40mila: a quasi due anni dalla firma del contestato (dalla magistratura) contratto tra l’azienda e i commissariati alle bonifiche e ai rifiuti e la Regione, la Campania continua a essere il ricettacolo di veleni di ogni tipo. Anche perchè, come spiega il report di giugno del commissario all’ambiente Massimo Menegozzo (anche lui indagato nell’ambito dell’inchiesta Arpac) la Regione non si è ancora dotata una rete di smaltimento dei rifiuti speciali. Perciò continua ad appaltare la rimozione a ditte esterne con risultati catastrofici. Il contratto con la Jacorossi, oltre al prelievo di 350 mila tonnellare di rifiuti speciali e pericolosi, prevede la rinaturalizzazione della cava Cavone di Capua che è tuttora in corso, e una serie di bonifiche che stentano a decollare. Il report di giugno del commissario dà conto dello stato degli interventi. Un elenco allarmante. Sul sito Masseria Annunziata di Villa Literno, si studia e si progetta almeno dal 2004 quando la conferenza di servizi chiede integrazioni al piano della caratterizzazione. Cinque anni e una montagna di carte dopo, nel giugno del 2009, la Jacorossi comunica che è stato predisposto il progetto del cantiere e che l’Arpac ha chiesto approfondimenti su alcuni punti. Quindi nulla di fatto. A Villa Literno è prevista pure la bonifica dei «Cuponi di Sagliano». Anche in questo caso il report ricostruisce la vicenda a partire dal 2004 quando si chiedono integrazioni al piano di caratterizzazione. Quattro anni dopo, nell’agosto del 2008, il ministero non condivide il progetto della Jacorossi. Il sì arriva solo sei mesi dopo. Da allora il commissariato sollecita tre volte la trasmissione del progetto esecutivo e a giugno del 2009 l’azienda fa sapere di aver rievuto richieste di approfondimento dall’Arpac. Anche in questo caso la bonifica è ancora sulla carta. Nel giugno del 2008, poi, il commissariato dispone che la Jacorossi mettesse in sicurezza il sito di Calabricito di Acerra e lo bonificasse. Ma non tutti i rifiuti hanno potuto essere asportati: una buona parte resta ancora sul terreno anche se coperta da teli, mentre il resto è stato portato in un impianto di Melfi o in Germania. Anche sulla vicenda dell'ex deposito di fitofarmaci Agrimonda di Mariglianella è nato un contenzioso: la Jacorossi aveva proposto di intervenire con il metodo del Bioventing e nel dicembre del 2008 il commissariato aveva dato il suo sì con riserva segnalando alcune prescrizioni, ma un mese dopo si era visto ripresentare lo stesso progetto. Nel maggio del 2009 l’impresa aveva poi avviato il contratto di subappalto. Alla Jacorossi era stato affidata anche la bonifica della ex discarica della Sogeri di Castelvolturno, quella che secondo alcuni pentiti di camorra conterrebbe i resti del relitto della Moby Prince. Il piano di caratterizzazione era già stato fatto dal consorzio Ce4 (quello dei fratelli Orsi, quello disciolto per mafia e finito nel mirino della magistratura). Nel gennaio del 2009 il commissariato ha trasferito al ministero il progetto per la messa in sicurezza. Poi più niente. Ancora solo sulla carta restano anche i progetti di bonifica dei siti «Curcio sperduto» di Acerra, di Villa Literno, e «Foro Boario»di Maddaloni. Per quest’ultimo, però, la Jacorossi ha presentato uno schema di subappalto.