«Rifiuti, Napoli da Terzo Mondo»

25 ottobre 2009 - Salvatore Garzillo
Fonte: Giornale di Napoli

«Non posso credere che tutto ci stia accadondo a Napoli. Questa situazione è da Terzo mondo». Si apre con questa dichiarazione del procuratore argentino Antonio Gomez l'incontro del coordinamento regionale sui rifiuti (Coreri), presso la Società di studi politici di piazza Santa Maria degli Angeli. Le parole di Gomez arrivano come un pugno allo stomaco dei presenti, curiosi di ascoltare le impressioni del procuratore dopo una mattinata passata nelle terre dell'hinterland campano. «Oggi ho scoperto due cose ailarmanti. La prima è che la preoccupazione della popolazione non è adeguata al rischio che corre. La seconda è che in Italia non esiste una legge dai contorni definiti contro i crimini ambientali. Sono qui per creare un ponte tra Argentina ed Italia che possa essere il primo passo verso una lotta concreta contro i reati ambientali. Una lotta che può essere vinta - prosegue il procuratore - solo con la creazione di una Corte penale internazionale». «In Argentina abbiamo condannato a tre anni di reclusione persone che facevano quello ho visto fare oggi: mischiare i rifiuti senza alcun criterio. La corte internazionale priverebbe dell'impunità, di cui godono ora, tanti imprenditori che operano in assoluta libertà. Ma affinché la proposta al Parlamento europeo venga accolta, occorre che in Italia si definisca precisamente il reato ambientale e soprattutto che i napoletani appoggino il progetto». Una scelta obbligata visti i dati allarmanti diffusi durante l'incontro. Il professor Giuseppe Comella, ex direttore del dipartimento di Medicina interna presso l'Istituto nazionale di ricerca sul cancro Pascale di Napoli, mostra l'aumento vertiginoso delle discariche nella provincia di Napoli e Caserta. Secondo uno studio della Protezione Civile del 2001, le discariche a Caserta erano 140, mentre a Napoli solo 86. Dai rilievi dell'Arpac del 2008 le cose sono molto diverse: Caserta passa ad 815, e Napoli a 1.186. «Un aumento senza precedenti - dice Comella - che determina un conseguente incremento di malattie nei nascituri e tumori negli adulti». Sempre secondo i dati forniti da Comella (tutti raccolti da studi scientifici accertati), sarebbe dimostrato che nei Comuni con un maggior numero di discariche - quelli definiti gruppo 5 c'è il 19% in più di possibilità di contrarre il tumore al fegato rispetto a quelli "del gruppo 1". Un'incidenza che passa addirittura all'83% quando parliamo di malformazioni del sistema nervoso centrale e al 9% quando si calcola la mortalità generale. Un'emergenza straordinaria, della quale ci dimentichiamo appena sparisce la spazzatura in strada. Antonio Marfella, tossicologo del Pascale , aggiunge altri drammatici dati a quelli forniti da Comella. «Nel 2008 a Napoli ci sono stati 135 sforamenti delle polveri sottili. Nel 2009, fino al 15 Ottobre, gli sforamenti registrati sono 178. Se consideriamo che Napoli non ha fabbriche, appare evidente che c'è qualcosa che non va. E non può essere solo colpa del traffico». La responsabilità sarebbe infatti degli incendi notturni appiccati per bruciare illegalmente i rifiuti, con le evidenti ripercussioni sulla salute. «Ad oggi si è giunti alla conclusione - aggiunge Antonio Marfella - che chiunque nasca a Napoli ha due anni di vita in meno rispetto a qualsiasi altro cittadino itaiiano».

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