Bassolino e Pansa ed altri in un'inchiesta su un accordo del 2007 con Jacorossi e Fintecnica Stralciato un filone trasferito all'Antimafia. L'accuse del pentito Vassallo e l'ombra dei dan

Bonifiche in Campania Indagati Prefetto e Governatore

La gestione dei rifiuti continua a procurare guai al governatore campano Bassolino e al prefetto di Napoli Alessandro Pan- sa indagati con altri 7 nell'ambito dell'ennesima inchiesta sui rifiuti.
24 ottobre 2009 - Massimiliano Amato
Fonte: L'Unità

Sei inchieste sull'emergenza rifiuti nella regione

Con quella sfociata nelle perquisizioni di ieri, sale a sei il numero delle inchieste sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania. La pi importante. che vede coinvolto Bassolino e i vertici di lmpregilo, è già a dibattimento e viaggia, per alcuni reati che riguardano soprattutto il governatore, sul filo della prescrizione. Due inchieste, una già definita con i rinvii a giudizio, l'altra ancora nella fase delle richieste dei pm, riguardano il filone denominato rompiballe , sul cattivo funzionamento degli Impianti di trattamento: coinvolti, tra gli altri, Bertolaso, Pansa, Catenacci e Marta Di Gennaro. Le attività della Jacorossi sono al centro dl un'altra istruttoria sulle bonifiche. per la quale c'è già l'awiso dl chiusura delle indagini preliminari. Due, infine, le indagini in cui entra la camorra.

Abuso d'ufficio in concorso, falso, truffa allo Stato. I affaire monneisa continua a procurare guai ad Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania, e Alessandro Pansa, prefetto di Napoli, indagati insieme ad altre 7 persone nell'ambito dell'ennesima inchiesta sulla gestione dell'emergenza. La nuova indagine punta i riflettori su presunti illeciti negli appalti per gli interventi di bonifica sul litorale flegreo, e fa perno su un accordo transattivo raggiunto a novembre del 2007 tra il Commissariato rifiuti e la Regione da una parte, e la Jacorossi e la Fintermica, aziende appaltatrici, dall'altra. Secondo i pm napoletani Ettore La Ragione e Enry John Woodcock quell'atto, avallato dall'avvocato generale dello Stato Giuliano Percopo nonostante il parere avverso di un suo collega, avrebbe rappresentato uno «stratagemma per eludere le procedure ordinarie degli appalti pubblici e favorire l'azienda Jacorossi». Alla transazione si giunse per porre fine a un contenZzoso tra le parti, che si accusavano di reciproche inadempienze contrattuali.
Da questa inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e condotta dalla Guardia di Finanza, ieri impegnata in una serie di perquisizioni, è già stato stralciato un filone più complesso e delicato, trasferito all'antimafia. Perché c'è il superpentito del dan casalese dei Bidognetti, Gaetano Vassallo, che ha parlato di subappalti nella movimentazione dell'immondizia dai siti inquinati in cui sarebbero entrate ditte controllate direttamente dai malacarne di Casal di Principe, i più professionali nella gestione illecita del ciclo dei rifiuti. Peraltro, scrivono nell'atto d'accusa i magistrati napoletani, in virt dell'accordo al centro dell'inchiesta la .Jacorossi avrebbe visto lievitare dell'8O% i corrispettivi di gara inizialmente previsti.
IPOTESI
Se le ipotesi della Procura dovessero trovare riscontro nel prosieguo delle indagini, per le quali i magistrati hanno chiesto una proroga, ci troveremmo di fronte, insomma, ad un'altra storiaccia di ordinaria disamministrazione, dilapidazione delle risorse pubbliche e rapacità imprenditoriale, con contorno di funzionari e dirigenti pubblici infedeli o semplicemente distratti e industriali privi di scrupoli. Con, sullo sfondo, l'ombra inquietante (e onnipresente) della camorra. Un copione già rappresentato chissà quante volte. Le perquisizioni di ieri sono state eseguite tra Napoli e Roma. Nella capitale le fiamme gialle hanno visitato gli uffici della Jacorossi e l'abitazione di Michele Giustozzi, vicepresidente pro tempore. A Napoli oltre a quello dell'avvocato dello Stato Peroopo, sono stati perquisiti i domioili di due ex suboommissari per le bonifiche: Raffaele Vanoli e Arcangelo Cesarano. Un avviso di garanzia è stato notificato anche a un dirigente della Regione Campania, Mario Lupacchini, del settore ambientale, e al tecnico Vincenzo Cocuzza, incaricato dalla Regione di esprimere un parere su un atto finito nell'inchiesta. Indagato anche Ovidio Jacorossi, numero uno dell'azienda capitolina

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