L’inchiesta diretta dai pm Ettore La Ragione e Henry John Woodcock

Bonifiche, inquisiti Bassolino e Pansa Indagato il presidente della Jacorossi

Indagate altre sei persone. Perquisizioni in casa di un avvocato dello Stato e di due ex subcommissari
23 ottobre 2009
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI - Bonifiche sul litorale flegreo, arriva un altro ciclone in Campania. Il presidente della Regione, Antonio Bassolino, e il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, sono indagati - insieme ad altre sette persone - dalla procura della Repubblica di Napoli nell’inchiesta relativa a presunte irregolarità nell’affidamento di lavori di bonifica di siti e falde inquinati lungo il litorale flegreo, nell’ambito della quale sono state disposte oggi alcune perquisizioni. I due sono sottoposti ad indagini per fatti connessi alla funzione svolta in passato, in momenti diversi, di commissari per l’emergenza rifiuti in Campania. Perquisizioni alla sede della Jacorossi e nelle abitazioni di due ex subcomissari.

PROCURA E GDF - Il via ai provvedimenti è partito dalla Procura di Napoli, mentre le perquisizioni sono state effettuate dalla Guardia di Finanza. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Francesco Greco, è diretta dai pm Ettore La Ragione e Henry John Woodcock, recentemente trasferito a Napoli da Potenza.

I SOSPETTI SULL'ACCORDO - La Jacorossi, insieme alla società Fintermica, stipulò nel 2001 con i ministeri dell’Ambiente e del Lavoro, con il Commissariato per l’emergenza rifiuti e con la Regione Campania una convenzione per l’esecuzione di interventi di bonifica dei siti inquinati lungo il litorale flegreo. Sullo sfondo anche la stabilizzazione da parte dell’impresa di 380 Lsu, lavoratori socialmente utili. Essendo sorto un contenzioso tra le parti - che reciprocamente si accusavano di inadempimenti contrattuali - sul finire del 2007 fu definito un accordo transattivo, che poneva fine alla controversia. Secondo la Procura di Napoli, quell’accordo transattivo - al quale diede parere favorevole l’avvocato dello Stato Giuliano Percopo (sostituendosi, secondo l’accusa, ad una collega che aveva un’opinione diversa) e per il quale sono ora chiamati a risponderne coloro che lo sottoscrissero - fu illecito: uno stratagemma, a parere dei pm La Ragione e Woodcock, per eludere le procedure ordinarie degli appalti pubblici e favorire la Jacorossi.

SUBAPPALTI AD AZIENDE IN ODORE DI CAMORRA - L’impresa, infatti, vide lievitare di circa l’80 per cento i corrispettivi inizialmente previsti, nonostante - ha accertato la Guardia di Finanza - avesse fatto ampiamente ricorso ai subappalti, soprattutto per la movimentazione dei rifiuti dai siti inquinati. Alcuni di tali subappalti, inoltre - secondo dichiarazioni recenti di un pentito, ora sottoposte a verifiche da parte delle Fiamme Gialle - sarebbero finiti ad imprese in odore di camorra.

GLI ALTRI INDAGATI - Sono i sub-commissari pro-tempore Raffaele Vanoli e Arcangelo Cesarano, l’avvocato distrettuale dello Stato Giuliano Percopo, il presidente pro-tempore della Jacorossi imprese Ovidio Jacorossi, il vicepresidente Michele Giustozzi, il dirigente della Regione Campania per il settore ambientale Mario Lupacchini, ed, infine, Vincenzo Cocuzza, incaricato dalla Regione Campania di un parere su un atto. Per tutti gli indagati i reati ipotizzati sono concorso in abuso di ufficio, falso, truffa ai danni dello Stato e corruzione.

PERQUISIZIONI - Una riguarda la sede della società Jacorossi. Le altre riguardano l’abitazione romana del presidente pro-tempore della società Ovidio Jacorossi, indagato nell’inchiesta. Sono state, inoltre, disposte perquisizioni nell’ufficio dell’avvocato distrettuale dello Stato di Napoli Giuliano Percopo (presso la sede dell’Avvocatura distrettuale); nelle abitazioni di Arcangelo Cesarano e Raffaele Vanoli, entrambi subcommissari di governo pro-tempore per la bonifica dei siti inquinati; e nell’abitazione di Michele Giustozzi, vicepresidente pro-tempore della Jacorossi imprese.

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