Hotel fantasma e speculazioni il litorale simbolo del degrado

Tremila posti letto, ma sono solo alberghi a ore
21 ottobre 2009 - Gigi Di Fiore
Fonte: Il Mattino

Giugliano Giugliano. Giù in un antro paradisiaco, che la storia e gli uomini hanno trasformato in terra dei paradossi. La Circumlago è una stradina asfaltata che sembra affondare nello specchio d’acqua argentato. Papere a stormi e vegetazioni affioranti raccontano una natura che lotta per sopravvivere. Chalet, ristoranti e anche un piccolo hotel catapultano sogni di sposi in festa e cerimonie di battesimo a due passi dal lago Patria. «Terra di Attico» spiega il cartello orgoglioso del passato, a due passi dallo «Chalet del lago» chiuso. C’è un cantiere, dove il continuo viavai di camion affianca un cartello che pubblicizza «cornetti e taralli caldi». È un percorso circolare, tra sogni di una natura incantata e incubi kitsch di pretenziosi ristoranti stile impero. Quando si arriva a Ischitella, una latrina abbandonata fa bella mostra sotto un manufatto diventato rudere inciso di scritte che annunciano osceni incontri sessuali. Ecco Ischitella, ecco la Domiziana dalla parte che chiamano, con linguaggio burocratico, «statale 7 quater». È la Giugliano costiera, quella delle decine di stabilimenti balneari concentrati tra Licola, Varcaturo, lago Patria e Ischitella. Un’area che, tra villini e parchi abusivi cresciuti come funghi, è una città nella città con qualcosa come 30mila abitanti. Scempi di litoranee, stradine che echeggiano memorie di rilassanti melodie intitolate a Puccini, Donizetti, Vivaldi, Mascagni. Il tam tam delle prostitute di colore semisvestite che invitano a condividere attimi della loro vita di sfruttate, rimbomba invece solo assordante disperazione. Ma gli edifici riescono ad essere più volgari di quei corpi in vendita. Scomposti, appesantiti da massicce colonne, palme esotiche, luci accecanti. È un trionfo di hotel dalle tre stelle in su, ristoranti, villaggi per cerimonie, cornetterie, bar e disco pub. Spesso sono offese all’architettura, metri cubi di cemento. Chissà chi dorme in questa stagione in strutture che offrono ben 2500 posti letto per tutto l’anno. Castelvolturno e il cuore della provincia di Caserta sono più avanti. Questa è ancora provincia di Napoli, nel comune di Giugliano che si interroga su un’altra inchiesta di abusivismo edilizio. Di fronte all’ingresso dei lidi Blu e Nettuno le barriere metalliche sbarrano la vista al grande parco in costruzione «Green village». Palazzine al massimo di due piani con licenza, tutte bianche. Quasi ultimate. «Divieto d’ingresso per gli estranei al cantiere», dice il cartello. Ammicca sorridente la prostituta in stivaloni bianchi all’inizio del viale che porta al lido la Favorita. Una e centomila Ischitella, poca gente a piedi. Solo qualche giovane africano in attesa alla fermata dell’autobus. Sono sbarrati i villini bassi, seconde case per chi ha comprato a poche migliaia di euro. Un albanese prende il sole sul terrazzo: gli hanno fittato la casa che i proprietari sfruttano d’estate. Qui tutti si fanno gli affari propri, nessuno fa domande, tutto è anormale normalità. E non a caso da queste parti hanno acciuffato diversi latitanti, che si nascondevano in piena guerra di camorra a Scampia. Caffetterie tutte uguali con arredi in legno e parcheggio ampio. Da Licola in poi è il regno delle prostitute nigeriane. Un paio, su una Punto blu, si sono sistemate a pochi passi dall’Istituto professionale di Stato per l’agricoltura. La sensazione di asfissia si placa a Cuma. La grigia monotonia della «7 quater», simulacro mal interpretato della riviera romagnola, si spegne nel lago d’Averno. C’è chi vuole staccare l’area di Licola, Varcaturo e lago Patria da Giugliano. Vorrebbero creare il comune di Liternum, a rinverdire antiche memorie prendendo le distanze dal centro di Giugliano che è a 14 chilometri. Terra di seconde case e abusivismo, ma anche antica colonia romana. Una leggenda racconta che l’antica Liternum venne inghiottita dal lago Patria. Chissà che non si possa inghiottire anche gli stupri di un litorale dove gran parte è caos e irragionevole volgarità. Sarebbe un sogno, ostacolato però da condoni e abusi senza licenze.

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