Fermo per dieci giorni il termovalorizzatore di Acerra (che oggi riapre), difficoltà nello sversatoio di Chiaiano

Crisi rifiuti, corsa contro il tempo le discariche rischiano la saturazione

20 ottobre 2009 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

TRE nodi nuovi, per ora. Il termovalorizzatore di Acerra è rimasto chiuso e completamente spento, per oltre dieci giorni, a causa di nuovi problemi tecnici. Forse riaprirà oggi: per l'ultima, e si spera definitiva, riaccensione delle tre linee di produzione in attesa del rodaggio finale che dovrebbe completarsi tra novembre e dicembre. La discarica di Chiaiano di nuovo sotto accusa: costretta a ridurre la sua capienza, anche se c'è un giallo sulla causa scatenante. Il comitato civico del quartiere a nord di Napoli denuncia una recente frana che avrebbe imposto lo stop allo sversamento dei rifiuti; ma, dallo staff del sottosegretario Guido Bertolaso, replicano seccamente che si tratta di una fandonia, non c'è stato alcuno smottamento, ma solo una ridotta capacità di smaltimento a causa della riduzione del personale, per ritardi nel pagamento degli stipendi. Infine, la discarica di Savignano trpino: sarà la prima ad esaurirsi, autonomia ufficiale fissata in 119 giorni. Tre nodi. Che fanno un piano inclinato. Certo, restano aperti e funzionanti gli altri impianti: Sant'Arcangelo Trimonte nel beneventano con una capienza media di 800-1000 tonnellate al giorno; Terzigno che ne accoglie una quantità di poco maggiore, San Tammaro che ormai ingoia fino a 1500 tonnellate al giorno; e Chiaiano, dove i flussi ondeggiano dalle 300 alle mille tonnellate al giorno. Il puzzle rischia tuttavia di incrinarsi: la somma della capacità di tutte le discariche considerate funzionanti, anche a pieno regime, non arriva alla cifra totale delle 7 mila tonnellate al giorno prodotte dalla Campania. Non solo: il termovalorizzatore di Acerra, che fu inaugurato ufficialmente a marzo con telecamere puntate sullo scenografico pulsante rosso che attivava la grande macchina in realtà si è interrotto di continuo: una previsione facile per chi conosceva la difficoltà di rimettere in moto un gigante rimasto troppo tempo immobile. Senza dire che, sulla capacità di sversamento di ciascuna discarica, un conto è la capienza strudiata dai progettisti in metri cubi; ma altre sono le quantità di rifiuti che realmente possono essere sostenute dai rispettivi territori, per la valutazione della viabilità e della gestione dei flussi. Inoltre: basta una nevicata, un versante scosceso di montagna, un allagamento tra i tantissimi che hanno funestato, tra l'autunno e l'inverno, le storie delle discariche campane. E, considerato che il 31 dicembre stando al piano governativo finirà la fase dell'emergenza, chi siprenderà la briga di avviare la realizzazione delle due discariche pendenti? Sugli atri in mano allo staff di Bertolaso, infatti, ci sono ancora nell'elenco degli impianti le due caselle che riportano l'area del Formicoso e di Valle della Masseria: previste dalla legge, avversate con ogni strumento (anche legislativo) dalle rispetrive comunità. A settanta giorni dal presunto passaggio di consegne, dunque, il sistema di smaltimento rifiuti campano è ancora strutturalmente incompleto. A Rischio, malgrado il robusto lavoro compiuto prima dal supercommissario Gianni De Gennaro, poi dal sottosegretario Bertolaso, che ha riproposto il suo originario piano anti-crisi per la Campania. E tra funzionari e addetti alla strutrura del sottosegretario Bertolaso serpeggia un po' di preoccupazione per i tempi. Stando al calcolo delle reali capacità di smaltimento degli impianti, i funzionari dello staff avrebbero fissato una linea rossa sulla data del prossimo marzo. Una data che coincide fatalmente con quella delle elezioni regionali, e del passaggio della gestione dalla struttura del sottosegretario all'emergenza. Lo stesso Berlusconi, stando ad indiscrezioni, avrebbe chiesto di recente un punto sulla situazione. E possibile che il premier torni a presiedere un vertice sui rifiuti proprio a Napoli a fine otrobre. Il premier, d'altro canto, aveva detto il 30 maggio, durante una sua visita istituzionale: «Tornerò ogni mese qui, continuerà a seguire da vicino la situazione dei rifiuti». La crisi che lo ha coinvolto per tutra l'estate non gli ha consentito di mantenere la promessa. Intanto, atrraverso Bertolaso, il presidente del Consiglio fa arrivare spesso il suo incoraggiamento ai militari dell'esercito che,guidati dal generale Mario Morelli, affiancano, ormal da oltre un anno, il capo della Protezione civile nella gestione della crisi. Proprio i militari aspettano che il presidente mantenga la promessa di «premi» dopo il lungo lavoro speso in Campania.

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