«È un indirizzo preciso di Palazzo Caracciolo» Caputo: «Al privato soltanto alcuni compiti»

La Provincia insiste: rifiuti, servizio pubblico

Gambacorta difende il progetto dalle accuse degli industriali. D’accordo sindacati e opposizione
18 ottobre 2009 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

 «Ho avuto un mandato preciso dal presidente Sibilia e la nostra idea è largamente condivisa tra consiglieri di maggioranza e opposizione». Il giorno dopo lo scambio di vedute e di battute, sull’opportunità di aprire ai privati il nuovo soggetto per la gestione dei rifiuti, tra l’assessore provinciale all’Ambiente, Domenico Gambacorta, e il presidente di Unionindustria Avellino, Silvio Sarno, è un susseguirsi di commenti e reazioni. L’esponente dell’esecutivo provinciale ribadisce che il suo impegno, volto alla costituzione di un soggetto interamente pubblico, è figlio di una scelta politica. «Abbiamo discusso della questione - aggiunge - nel corso della commissione ambiente, raccogliendo pareri pressoché concordi. I privati potrebbero entrare nella gestione dell’impiantistica, il cui sviluppo garantirebbe la possibilità di creare nuova occupazione». L’assessore conferma l’intento di arrivare al miglioramento delle strutture presenti, dall’ampliamento del compostaggio di Teora fino alla reingegnerizzazione dello Stir di Pianodardine. L’obiettivo di creare una società a capitale interamente pubblico, che garantisca produttività ed efficienza, con un contenimento dei costi, trova concordi esponenti del parlamentino provinciale e le organizzazioni sindacali. «Sui servizi pubblici essenziali - spiega il presidente del Cosmari Av1, Antonio Caputo, consigliere provinciale del Pd - è auspicabile, almeno nella prima fase una preminenza della parte pubblica. Bisogna lavorare al contenimento e alla pianificazione dei costi e questo non può passare attraverso un’apertura al privato che può vedersi affidare la gestione di alcuni servizi. La holding, invece, deve essere a capitale interamente pubblico». Pensiero condiviso da Amalio Santoro del Centrosinistra alternativo: «Auspichiamo la creazione di una società interamente pubblica, assolutamente trasparente, che gestisca tutto il ciclo e sia interessata a risolvere davvero la questione. Dobbiamo lasciarci alle spalle una stagione difficile in cui anche i privati erano dentro la gestione e non sempre hanno dato prova di efficienza ed efficacia». «Si parte da una posizione sbagliata - aggiunge il sindaco di Summonte, Pasquale Giuditta - se in campo si vogliono mettere i privati. Il coinvolgimento di enti pubblici, come i comuni, è la direzione esatta. La posizione di Sarno credo sia di parte: difende e tutela gli interessi di alcuni rappresentanti e non della collettività». Lascia intravedere un’apertura, invece, il capogruppo Udc a Palazzo Caracciolo, Carmine Casarella: «L’obiettivo che dovrà ispirare le decisioni è l’efficienza e la qualità della gestione. In questa ottica andrà misurata l’opportunità della presenza dei privati nella società e il livello di competenza tecnica e manageriale di chi sarà chiamato a gestirla. Senza escludere nulla». Perfettamente d’acordo con l’indirizzo di Gambacorta è il sindacato. «Sui servizi erogati dai comuni - spiega Michele Caso della Cisl - gli imprenditori non sviluppano grandi tecnologie e innovazione. Per abbattere i costi, dunque, penalizzano le condizioni giuridiche ed economiche dei lavoratori. È un teorema sperimentato. Del resto, siamo di fronte esclusivamente all’erogazione di un servizio: non c’è mercato, né concorrenza. In provincia abbiamo l’esempio dell’Asa, in cui la presenza privata non ha garantito grandi risultati. In Campania, inoltre, le maggiori ingerenze della malavita si sono riscontrate nel comparto rifiuti. Vista l’impossibilità di un affidamento in house ai privati, dobbiamo in qualche modo evitare il rischio. Una società interamente pubblica può garantire qualità, efficienza e contenimento dei costi: è questa la vera sfida della politica».

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