Napoli: diossina in corpo

Le analisi su alcuni abitanti evidenziano tassi elevati
28 marzo 2008 - Vittorio Moccia
Fonte: Cantone - laRegioneTicino

Lui si chiama Gennaro Esposito, è nato 47 anni fa a Zurigo e ora fa il medico a Saviano in Provincia di Napoli. È uno dei nome volontari che si sono sottoposti – a loro spese dopo aver chiesto invano sostegno alle autorità sanitarie locali, regionali e nazionali – ad approfonditi esami medici rivolgendosi a un laboratorio canadese. Obiettivo: verificare l’esistenza di diossina nei loro organismi, in barba
alle autorità italiane che negano qualsiasi rischio per la salute in seguito alla deponia di tonnellate di rifiuti tossici in diverse località della Campania, o all’assunzione sotto forma di cibo dei tipici prodotti agroalimentari e animali coltivati e allevati in zona (mozzarella di bufala in primis). Si parla, ricordiamo, di oltre 2’500 discariche di rifiuti tossico-industriali presenti da almeno vent’anni e mai smantellate. Ebbene, il risultato giunto dal Canada è tutto un programma: il tasso di diossina rilevato è quasi sei volte superiore a quello considerati tollerabile per l’uomo. Atena, associazione locale che nel cosiddetto ‘Triangolo della morte’, in provincia di Napoli, lotta per una dignitosa qualità di vita, lo scorso ottobre riportava altri risultati. Che vanno ancora più nel dettaglio. «L’allarme diossina in Campania coinvolge non solo gli animali ma anche gli esseri umani», scriveva: «Finalmente le prove dell’avvenuta contaminazione sono arrivate. A luglio un medico napoletano, Antonio Marfella, impegnato da anni nella lotta per la tutela della salute pubblica, oncologo di fama nazionale all’Istituto Pascale di Napoli, si e sottoposto a un semplice prelievo di sangue. Gli strumenti di laboratorio del Pacific Rim Lab in Canada e quelli del Consorzio interuniversitario nazionale di Porto Marghera hanno evidenziato nel suo sangue ben 74 picogrammi di diossina per grammo, una cifra altamente tossica considerando che il limite previsto per legge è di 9 picogrammi/g. E nel sangue del pastore di Acerra deceduto per tumore, Vincenzo Cannavacciuolo, sono stati riscontrati ben 255 picogrammi delle medesime sostanze, mentre il fratello Mario, anch’egli sottopostosi a prelievo, ne ha ben 45».
Intanto Sergio Sedia, l’economista campano che ha chiesto asilo politico al Ticino perché ritiene che la propria vita sia messa in pericolo dai rifiuti tossici, è ancora in attesa di una risposta dall’Ufficio federale della migrazione. Stasera Sergio Sedia interverrà come ospite alla trasmissione ‘Le invasioni barbariche’ in onda sul canale italiano La7.

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