Replica al pg che aveva etichettato come asini 90 magistrati dell'ufficio Procura

Lepore a Galgano "Non sono il capo di una stalla"

16 ottobre 2009 - d. d. p.
Fonte: Repubblica Napoli

«SONO sicuro che il procuratore generale non si volesse riferire ai magistrati del mio ufficio, quando ha fatto ricorso a termini come stalloni, asini, e cavallucci. Perché altrimenti, a mia insaputa, sarei diventato il dirigente di una stalla». Scherza ma non troppo, il procuratore Giandomenico Lepore, quando nella stanza all'ottavo piano del Centro direzionale rilegge le dichiarazioni rilasciate dal pm Vincenzo Galgano al Corriere del Mezzogiorno . Per la prima volta in oltre trent'anni di lavoro gomito a gomito, oltre che di profonda e sincera amicizia, le opinioni dei due magistrati sembrano divergere profondamente.
Perché è vero che il pg aveva iniziato l'intervista bacchettando le critiche rivolte da Md a Lepore dopo la chiusura dello stralcio dell'inchiesta rifiuti. Ma le frasi di Galgano sul «rischio di fanatismo di alcuni pm» che «provoca sofferenze allagente e alla collettività», le riflessioni sulla «indifferenza mostrata da gran parte dei magistrati per i tempi della loro attività» e infine la stoccata sui «dieci stalloni di razza e novanta asini» contrapposti ai «cento cavallucci degli altri» hanno lasciato il segno. «Escludo nella maniera pi assoluta che nel mio ufficio ci siano magistrati fanatici», sottolinea Lepore mentre i sostituti si riuniscono in assemblea e la giunta dell'Anm affronta il caso. Ma quale molla, si chiedono tutti, ha spinto un magistrato autorevole come il pg a pronunciare affermazioni tanto dirompenti? Lepore individua la chiave «nel clima di turbolenza che nei mesi passati si è registrato sulla Procura per la vicenda dei rifiuti sulla quale tutto si è già detto e non è il caso, oggi, di aggiungere altro. E tutto rimesso nelle mani dei giudici e aspettiamo serenamente le deterrninazioni che verranno adottate». Si riferisce, il procuratore, alle polemiche legate alla definizione dello stralcio dell'inchiesta Rompiballe deciso dal procuratore in disaccordo con i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.
«Ma le divergenze di opinione sono fisiologiche e in certi casi necessarie per la crescita della professionalità», ribadisce ancora una volta Lepore prima di raggiungere i colleghi in assemblea. Il pm Antonello Ardituro, non esita a definire le parole di Galgano «sorprendenti e lesive del prestigio dell'intero ufficio di Procura. E particolarmente grave il riferimento ai più giovani fra i magistrati - affonda Ardituro - perché proviene dal massimo organo requirente del distretto, per giunta titolare dell'azione disciplinare. E un attacco a fronte del quale la Procura può rispondere solo mettendo in campo i numerosi processi e le tante indagini che hanno dato esiti positivi garantendo una risposta in termini di giustizia e sicurezza che viene riconosciuta da tutti». Dice di aver accolto con «senso di disagio» le argomentazioni del procuratore generale il giudice Alfredo Guardiano, segretario di Md e firmatario della nota sullo stralcio rifiuti criticata dal pg.
«Il mio disagio - evidenzia Guardiano - è reso ancor più acuto dalla particolare autorevolezza della fonte, un magistrato che ho sempre ritenuto espressione della migliore cultura giuridica», ma al tempo stesso il segretario di Md non nasconde di «dissentire nettamente» dall'impostazione del pg, soprattutto riguardo alla «indifferenza dei magistrati per i tempi della loro attività», ritenendola «eccessivamente semplificatoria e avulsa dalla realtà».
Prima di lasciare il Centro direzionale per una riunione in prefettura, Lepore rivendica con orgoglio «i risultati raggiunti in questi anni dalla Procura che dimostrano l'alto livello di professionalità dei magistrati». Quindi il procuratore conclude: «Il nostro è un lavoro difficile, di prima linea. Errori sono sempre possibili. Ma le sofferenze maggiori alla gente sono provocate dall'illegalità diffusa, non dalle iniziative dirette esclusivamente al ripristino della legalità».

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