Parere negativo al Via Ambientalisti soddisfatti «Hanno appaltato i lavori e non avevano i permessi»

Scarichi nel Volturno, scontro con il Molise

La Regione Campania blocca il collettore del consorzio Asi di Venafro-Pozzilli: «È un parco»
16 ottobre 2009 - Roberta Muzio
Fonte: Il Mattino Caserta

Bypassare il torrente Rava e il fiume San Bartolomeo e scaricare le acque reflue provenienti dal Consorzio industriale di Venafro-Pozzilli direttamente nel fiume Volturno, in territorio di Capriati. Il collettore stava per realizzarsi. Sul progetto mancava solo l'autorizzazione della Regione Campania che, qualche giorno fa, ha fatto pervenire ai vertici del Consorzio parere negativo del Servizio Via. L'opera, già aggiudicata, sarebbe stata realizzata nel tratto più vincolato del Volturno. Inevitabili le polemiche tra il commissario del Consorzio, Fabio Ottaviano, e le associazioni ambientaliste che, proprio alla Regione Campania, hanno nei mesi scorsi inviato una relazione dettagliata su quale sarebbe stato l'impatto e le conseguenze del collettore così come concepito. «Gli esiti dell'iter autorizzativi - afferma Emilio Pesino, già presidente del Wwf Molise e responsabile dell'oasi Le Mortine - erano scontati. Il Consorzio per due anni ha insistito su un progetto che individuava lo scarico dei reflui industriali in un'area del Parco regionale del Matese catalogata dall'Unione europea come Sic (sito di interesse comunitario, ndr)». La zona in questione, infatti, si trova a monte dell'Oasi Le Mortine. Un territorio che, secondo gli studi delle associazioni Fare Ambiente e Pianeta Terra, è abitata anche da una specie in estinzione: la lontra. «Sarebbe bastato - aggiunge Pesino - concertare con gli enti locali, il Comune di Capriati e il Parco del Matese, una migliore localizzazione e, soprattutto, un ulteriore affinamento dei reflui con un fitodepuratore. Invece si è ritenuto di dover procedere all'appalto delle opere prima ancora di aver avuto le autorizzazioni». Il Rava ha, dunque, un problema di inquinamento che, periodicamente, si manifesta con sostanze maleodoranti e schiumose. Lo sanno bene coloro che vivono lungo il torrente a Venafro. La questione è stata più volte collegata alla mancanza di un sistema di depurazione adeguato all'interno del nucleo e alla portata limitata del corso d'acqua che non riuscirebbe a smaltire gli scarichi delle industrie. Ma, ad oggi, ancora non è stato accertato quale sia esattamente la portata del fenomeno e le sue cause. Intanto si registra anche un'iniziativa del presidente nazionale di «Fare Ambiente», Vincenzo Pepe, che ha scritto al ministro Prestigiacomo: «Sono vicino agli esponenti del nostro movimento che hanno avuto la prontezza, dimostrando grande vigilanza, di informare la Regione Campania, sull'assurdità di tale progetto. Voglio ringraziare il presidente del Parco del Matese, Giuseppe Scialla, e il coordinatore di Fare Ambiente, Mario Caniglia, che hanno giocato un ruolo fondamentale nel redigere le osservazioni che hanno illuminato le istituzioni campane».

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