Lepore: Galgano sbaglia non conosce l’inchiesta
«Ci sono esigenze processuali evidentemente ignote al procuratore generale Vincenzo Galgano, che non consigliavano di spiccare l’arresto in quel momento nei confronti di Catello Romano». È la replica del procuratore Giovandomenico Lepore nei confronti dell’intervento al Mattino del pg sulla fuga beffa di uno dei killer pentiti del consigliere comunale Gino Tommasino. Un caso reso rovente dal commento della più alta carica requirente del distretto in merito alla gestione di alcune inchieste su rifiuti e malaffare. È bufera di reazioni, per le interviste rese da Galgano al Mattino e al Corriere del Mezzogiorno. Galgano ha infatti bollato come «fanatici» alcuni pm che indagano sulla materia dei rifiuti, oltre a ricordare che in Procura a Napoli ci sono «dieci cavalli di razza e novanta asini». Quanto basta a far scattare l’apertura di una pratica a tutela da parte del Csm, a convocare un’assemblea dell’Anm distrettuale e a spingere il procuratore Giovandomenico Lepore a rispondere con un comunicato alla stampa. Spiega Lepore: «Interviste dettate dal clima di turbolenza registrato in Procura per la nota vicenda dei rifiuti sulla quale tutto si è già detto e non è oggi il caso di aggiungere altro. Escludo nella maniera più categorica che nel mio ufficio ci siano magistrati fanatici, le divergenze di opinione sono fisiologiche e in certi casi necessarie per la crescita della professionalità. Sono sicuro che il procuratore generale nel far ricorso a termini stalloni, asini e cavallucci non si sia riferito ai magistrati del mio ufficio, perché altrimenti a mia insaputa sarei diventato il dirigente di una stalla». E ripensando all’accusa di non aver bloccato in cella il killer reo confesso di Tommasino, Lepore aggiunge: «I risultati che in questi anni la Procura ha raggiunto nella lotta alla criminalità organizzata e comune, nonché a tutta la illegalità del nostro territorio dimostrano l’alto livello di professionalità dei magistrati di questo ufficio. Il nostro è un lavoro difficile, di prima linea e errori sono sempre possibili. Le sofferenze alla gente sono provocate dall’illegalità diffusa e non dalle nostre iniziative dirette al ripristino della illegalità». In campo anche l’Anm, guidata dal presidente Francesco Cananzi e dal segretario Egle Pilla: «Attendiamo la smenitata delle dichiarazioni del pg Vincenzo Galgano. La Giunta reputa inaccettabili le affermazioni di chi riveste il ruolo di Procuratore Generale, che gettano discredito ingiusto e gratuito sull’intera magistratura, non solo del distretto. I magistrati del Distretto di Napoli non sono né fanatici, né irresponsabili, ma applicano la legge, interpretandola con professionalità e coscienza. Il lavoro svolto dai pm in occasione della ormai nota indagine sulla gestione dei rifiuti ha positivamente superato il vaglio di tutti i giudici che sinora ne hanno avuto contezza. Il pg questo lo sa e non può ignorarlo». Duro anche l’intervento di Alfredo Guardiano, leader di Md a Napoli: «Le dichiarazioni di Galgano hanno provocato in me un senso di disagio. Md si è limitata ad esprimere la propria contrarietà ad un provvedimento (lo stralcio di Pansa e Bertolaso) che lo stesso Csm ha ritenuto non adeguatamente motivato».