L’assessore al Sottosuolo: subito tavolo col Demanio

Rifiuti tossici nella falda: scatta l’indagine dei carabinieri del Noe

Comune, Provincia, Arpac: non sapevamo delle im­mondizie ammassate a quintali nelle cavità del centro
13 ottobre 2009 - Luca Marconi
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Rappresenta un ve­ro e proprio giallo la scoperta del ge­ologo Gianluca Minin — che pure ha già lavorato per il Commissaria­to di Governo al Sottosuolo ed il Co­mune — di giacimenti di rifiuti an­che speciali nelle cavità urbane e che finiscono direttamente nella fal­da idrica. Arpac e Comune dicono di sapere appena di qualche cavità ostruita da detriti, ma non delle im­mondizie ammassate a quintali tro­vate sotto via Nicotera, di fusti so­spetti sotto Monte di Dio o di olii minerali o vernici che galleggiano sul pelo dell’acqua dei canali borbo­nici — tra l’altro ancora utilizzati, in periferia, per irrigare — sotto piazza Dante o a Chiaia.
Il geologo che ha fotografato e protocollato tutto è stato convocato dal coman­dante del Nucleo operativo ecologi­co dei carabinieri, il maggiore Gio­vanni Caturano. I militari vogliono saperne di più su quanto ritrovato dall’esperto sotto dieci strade citta­dine e sulle immagini pubblicate domenica dal Corriere del Mezzo­giorno . Indagheranno in primo luogo sui rifiuti speciali in falda: sotto via Morelli è stata fotografata una di­scarica di olii esausti, oltre a tonnel­late di detriti edili; sotto vicolo Pa­pa in zona piazza Dante l'acqua di falda si copre di vernici e solventi sversati abusivamente da un antico pozzo; mentre sotto la vicina via So­riano sono rifiuti ordinari a galleg­giare sul pelo dell’acqua; e le immis­sioni abusive in canale di acque ne­re da palazzi non allacciati alle fo­gnature invece sono a piazza Dante, in via Chiatamone e sotto il corso Vittorio Emanuele. Quindi pullulano le discariche sotterranee di rifiuti ordinari e di materiali di risulta che impedisco­no ai tecnici dell’ufficio Sicurezza del Comune di effettuare verifiche di staticità o trovare perdite idriche o fognarie: in particolare sotto i Quartieri Spagnoli e a Marianella in via Scaglione. Il commissariato di Governo al Sottosuolo «scade» il prossimo 31 dicembre e subcommissario è il sin­daco Iervolino. È l’ufficio Sicurezza geologica del Comune di Napoli che si occupa delle cavità sotterra­nee, l’assessore Nuzzolo. Ma la com­petenza sui rifiuti sversati abusiva­mente invece è di Giacomelli, il col­lega all’Igiene. Nessuno sapeva, di­cono gli assessori con l’Arpac alla quale spetta invece la caratterizza­zione dei rifiuti, preliminare a qual­siasi intervento di rimozione. Inter­venti che hanno costi esorbitanti, non compatibili coi bilanci degli En­ti locali e coi tagli romani al 18% del­le risorse per il Sottosuolo dei quali si è lamentata lo stesso ministro Prestigiacomo. «Non conoscevo personalmente il problema — commenta l’assesso­re comunale all’Ambiente, Rino Na­sti —. La competenza per quelle ca­vità dovrebbe essere del Demanio, ma ci coordineremo con lo Stato e il Commissariato al Sottosuolo per procedere alla rimozione dei rifiuti. E l’Arpac dovrà prima schedare quelli speciali. Purtroppo questo comportamento irresponsabile e criminale dalle nostre parti va di moda e questo genere di controlli sono difficili: in Campania la nuova legge sui rifiuti ha già prodotto mil­le arresti in 10 mesi, ma in superfi­cie, i Noe non possono certo ficcar­si sottoterra. E il Governo è più inte­ressato alle grandi opere, quindi ta­glia i fondi in materia di sicurezza del Sottosuolo e ricerche e mappa­ture delle cavità si fermano o non partono affatto». Prosegue l’asses­sore al Sottosuolo Agostino Nuzzo­lo: «La questione è abbastanza com­plessa e vede varie competenze in gioco con un macroproblema di na­tura economica a centrotavolo. Io sono assessore da poco, non sape­vo davvero nulla. Dunque il com­missariato al Sottosuolo ed il mio assessorato sovrintendono alle pro­blematiche di staticità delle cavità, ad esempio come in via Nicolardi dove dovremmo fare un robusto in­tervento. E c'è un problema di pro­prietà delle cavità: alcune come gli ex-rifugi bellici fanno capo al Dema­nio che l’assessore al Patrimonio, D’Aponte, ha già incontrato in vista di un eventuale passaggio di pro­prietà delle cavità al Comune, che però non possono gravare finanzia­riamente sulle spalle della sola am­ministrazione cittadina. Altre cavi­tà sono invece dei proprietari sovra­stanti e per i rifiuti sversati illegal­mente dai pozzi è competente l'as­sessorato all'Igiene che ha un nu­cleo di vigili specializzato in questi controlli. Ma è quasi sempre impos­sibile, ai fini del rimborso delle spe­se di rimozione di rifiuti e detriti sotterranei, individuare i diretti re­sponsabili dello sversamento abusi­vo. Quel che faremo subito è un in­contro fra i vari assessori competen­ti e il Demanio per affrontare il pro­blema, sapendo già che va chiesto un aiuto al Governo». Il direttore dall’Arpac Gennaro Volpicelli pure conferma: «Nessu­no ci ha allertati». E il suo vice napo­letano, Alfonso De Nardo, precisa: «Non risulta nessuna denuncia sul­le falde urbane, avvieremo subito una campagna di indagine strumen­tale alla bonifica dei siti. Contattere­mo il Commissariato per avere una prima mappatura di queste discari­che. Chi avrebbe la competenza per rimuovere è il Comune, ma in su­perficie: parliamo di una situazione molto singolare, mai visto niente del genere in cavità urbane». E dal­l’assessore provinciale all’Ambien­te Giuseppe Caliendo pure giunge un appello ad un «coinvolgimento tecnico di tutti gli Enti per reperire fondi ad hoc. Tali problematiche— dice — tra l’altro non appartengo­no alla sola città di Napoli ma a tut­to il territorio provinciale, interessa­to da tombature di rifiuti di diverso grado di pericolosità che minano se­riamente l’ambiente e la salute dei napoletani».

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